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Giovanni De Cicco, eroe per caso: il poliziotto salva l’amico trascinato dalle correnti nello Stretto

Ai microfoni di Radio Touring, Giovanni De Cicco ha raccontato come è riuscito a salvare la vita al suo amico intrappolato nelle correnti del Mediterraneo

di Filippo Francesco Idone

Gli eroi nascono sempre per caso, senza aver stabilito di esserlo e senza volerlo. La vita reale non è come quella dei film dove il cattivo di turno viene sconfitto con mirabolanti espedienti, ma in questo caso, un uomo si è trasformato in eroe e rischiando la sua vita ha realizzato un gesto di grandissima generosità.  Questo è il caso di Giovanni De Cicco, assistente Capo della Polizia del Reparto Mobile di Reggio Calabria che il 4 agosto è riuscito a salvare la vita del suo collega. Il poliziotto, insieme ad altri 2 colleghi, era intento a rilassarsi nelle tranquille acque di Torre Faro, a Messina. I tre, dopo aver ancorato la barca, hanno di fare un bagno, quando uno di loro è stato trascinato via dalla forte corrente. L’agente ha capito immediatamente cosa stava succedendo e ha tentato di tornare sulla barca, invano.
Stremato, l’uomo ha chiamato aiuto e, sentendo le urla dell’amico, Giovanni De Cicco si è immediatamente gettato in acqua per salvarlo. L’Assistente Capo della Polizia del Reparto Mobile di Reggio Calabria è riuscito, con gesto eroico, a tenere a galla il collega e con l’aiuto dell’altro uomo rimasto sulla barca lo ha tratto in salvo.

Giovanni De Cicco ai nostri microfoni ha raccontato la dinamica dello sfortunato evento: “Verso le 17.30 abbiamo deciso di ormeggiare insieme a dei miei colleghi per poter fare un bagno. Un mio collega si è tuffato e dopo qualche bracciata si è ritrovato a 25-30 metri dall’imbarcazione. Lui accorgendosi di questa distanza ha cominciato ad avvicinarsi, ma il mare pur essendo calmo, nascondeva delle correnti sottomarine che lo hanno trascinato a largo. Ad un certo punto insieme ad un altro collega ci siamo accorti che ogni tentativo di riavvicinamento era vano e ho deciso di lanciare una corda per aiutarlo. Ma la lunghezza della fune non è bastata e ho deciso di lasciarla e sono andato nuoto per recuperarlo. Il tempo è stato brevissimo perché le correnti mi hanno agevolato in questo recupero e sono riuscito a raggiungere il collega. Lui era stremato, completamente bianco e aveva ingerito anche dell’acqua. Io mi sono avvicinato e si è aggrappato a me. Sono riuscito a tranquillizzarlo e ho chiesto aiuto all’altro collega che nel frattempo aveva tolto l’ancora per raggiungerci. In questo frangente ero a quasi 100 metri dalla barca e fortunatamente si è evitato il peggio e possiamo raccontarlo”. 
In questi casi aver mantenuto la mente fredda e soprattutto la calma ha giovato parecchio. Ma anche gli allenamenti intensi sono stati fondamentali. Durante un recupero in mare la forza delle braccia e dei dorsali è fondamentale per poter essere operativi in queste delicate fasi e nuotare con la corrente marina che trascina il corpo distante dal luogo comporta sempre uno sforzo notevole. A riguardo, De Cicco ha dichiarato che: il sangue freddo è la cosa fondamentale in questi casi, mantenere la calma e non farsi prendere dal pathos e dalla frenesia. Questa è la cosa fondamentale. Avere uno stile di vita buono, con allenamenti importanti è fondamentale, ma al primo posto metterei proprio mantenere la calma, soprattutto per il mestiere che faccio. Mi sono ritrovato spesso in queste situazioni in cui era necessario mantenere la calma e “portare a casa un esito positivo””. 
Una storia a lieto fine, ma che metterà sicuramente in guardia coloro che hanno intenzione di realizzare gite in barca: le correnti sottomarine sono abbastanza pericolose e possono provocare particolari problemi. Inoltre, come ha più volte ricordato Giovanni De Cicco, mantenere la mente sgombra e il sangue freddo può aiutare in queste situazioni e soprattutto aiutare l’amico, il collega che ha bisogno di aiuto.

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