Apprendiamo in maniera positiva la notizia della nomina dell’onorevole Wanda Ferro a Sottosegretario all’Interno, un ruolo importante che assolverà in maniera egregia, attenzionando in particolar modo la propria regione e le questioni che nello specifico la riguarda. A lei rivolgiamo, quindi, subito l’invito di chiarire meglio una situazione molto delicata e che tocca da vicino i nostre territori e la nostra realtà. È noto che il Prefetto di Torino ha comunicato al testimone di Giustizia Pino Masciari che il Ministero dell’Interno – Dipartimento pubblica sicurezza – UCIS, ha avviato il procedimento per la revoca della scorta. È inquietante come sia calato il silenzio rispetto ad una notizia che avrebbe dovuto vedere le istituzioni calabresi vicine a chi, ancora dopo anni, subisce ingiustamente le conseguenze per aver testimoniato contro la ‘ndrangheta.
Come tanti sanno che 20 anni fa l’imprenditore calabrese denunciò i tentativi di estorsione della ‘ndrangheta nella sua azienda edile e le collusioni con il mondo della politica, facendo arrestare decine di malavitosi e dovendo così rinunciare, insieme con la famiglia, a vivere nella sua amata terra. Non si comprendono le ragioni della decisione, ciò che è chiaro invece è che un gesto simile scoraggia le vittime del pizzo a denunciare con forza la criminalità organizzata. Lo Stato non può ricordarsi delle vittime della criminalità organizzata solo nei giorni della commemorazione e nelle giornate dedicate, è necessaria una reazione forte e determinante e che sappia far sentire la propria presenza quotidianamente, con gesti concreti a sostegno di ogni iniziativa che possa contrastare l’illegalità e l’azione malavitosa.
Pino Masciari è l’esempio di cui, soprattutto in una terra come la nostra a bisogna, va difeso e tutelato e la sua storia va raccontata in ogni dove, perché solo così è possibile estirpare l’erba marcia è coltivare quella bellezza che cambierà il mondo. Come Italia del Meridione, facciamo nostra, quindi, questa battaglia che mina le fondamenta della nostra democrazia e rappresenta una grande sconfitta per tutti, in particolare modo per la Calabria e per quei calabresi che hanno deciso da che parte stare, contro l’omertà, l’illegalità, le zone grigie e tutto ciò che ha negato a questa regione di crescere e svilupparsi. Dimostriamo di essere altro e facciamolo stringendoci intorno a Piero e alla sua famiglia e chiedendo l’immediata revoca del procedimento.