Sarebbe di un milione di euro il danno al Servizio sanitario nazionale ipotizzato nell’ambito dell’indagine dei carabinieri del Nas di Cosenza e del Gruppo Tutela Salute di Napoli, con l’ausilio dei militari dei Comandi provinciali di Cosenza e Crotone, coordinati dalla Procura di Castrovillari, diretta da Alessandro D’Alessio, che hanno eseguito 19 misure cautelari nei confronti di medici e farmacisti della zona ionica del cosentino. Nei confronti dei destinatari dei provvedimenti è stato disposto il sequestro preventivo dei beni per equivalente. Il sistema di frode, secondo quanto ipotizzato dalle indagini, prevedeva che l’informatore farmaceutico indicasse al medico di famiglia l’elenco dettagliato dei farmaci da prescrivere, secondo esigenze di profitto aziendale.
Il medico, con l’aiuto della moglie, avrebbe provveduto a redigere le prescrizioni di farmaci concordate con l’informatore attribuendole a suoi pazienti ignari e recapitandole ai titolari delle farmacie compiacenti i quali provvedevano a rifornirsi dei farmaci. Una volta ricevuti i prodotti, i farmacisti o i loro collaboratori avrebbero rimosso i bollini identificativi (le cosiddette “fustelle”) dalle scatole dei medicinali e li avrebbero applicati sulle false prescrizioni. Le fustelle delle scatole dei singoli prodotti farmaceutici, infatti, una volta completate costituiscono il titolo con cui ogni farmacista richiede ed ottiene il rimborso del prezzo del farmaco prescritto dal Servizio sanitario nazionale. Secondo l’ipotesi accusatoria, il farmacista avrebbe avuto anche il vantaggio di incassare dal Ssn il prezzo pieno dei farmaci, anche costosi, quando in realtà li acquistava dall’azienda con sconti superiori al 45%. (ANSA).