“Il racconto di una Calabria moderna, una Calabria nuova, in cui rifiorisca nei giovani il senso dell’appartenenza, dell’identità, nel quale attraverso il linguaggio universale del cinema, promuovere la bellezza culturale della nostra terra”. È un grande obiettivo, quello che si pone il docufilm in lavorazione tra la città di Reggio Calabria e la costa ionica reggina, dedicato ai Bonzi di Riace, nel 50/mo anniversario del loro ritrovamento, così come descritto dalla vice presidente della Giunta regionale Giusy Princi. Sono infatti quasi terminate le riprese che vedono alla regia il giovane regista reggino Fabio Mollo. Sarà un’opera destinata ad un pubblico internazionale quella realizzata dalla Palomar, una delle principali società di produzione italiane, che vanta tra i suoi maggiori successi “Il commissario Montalbano”. Il progetto è cofinanziato dalla Regione e promosso dalla Calabria Film Commission, con la collaborazione della società di produzione cinetelevisiva romana del produttore Carlo Degli Esposti, che ha creduto nel progetto.
Oggi, nella sala Commissioni di palazzo Campanella, la presentazione del progetto, e la visione, in anteprima assoluta, di un frammento di 30” del documentario. Al tavolo con la vicepresidente della Regione Giusi Princi, il commissario straordinario della Calabria Film Commission Anton Giulio Grande, il regista Fabio Mollo, l’assessore alla cultura del Comune di Reggio Calabria, Irene Calabrò, i rappresentanti della Palomar, il produttore esecutivo Antonio Badalamenti e i coautori Alessandra Cataleta e Armando Trotta, sceneggiatori e la collaborazione di Massimo Razzi e Giuseppe Smorto. Questa nuova opera è stata pensata per una distribuzione cinematografica nelle sale italiane e straniere, con la finalità di divulgare e valorizzare la bellezza ed al contempo il mistero delle due opere di bronzo, la cui storia viene rinarrata oggi attraverso un linguaggio moderno e cinematografico, con l’ausilio anche di spettacolari ed inedite riprese subacquee.
“Un film in cui non ci affidiamo alla finzione, ma alla realtà – ha spiegato il regista Fabio Mollo – fare il regista è sempre una responsabilità, ma in quest’occasione la considero doppia, perché è la prima volta che la Calabria Film Commission finanzia un mio progetto, con il quale vogliamo fare emergere la dimensione umana di queste due statue. Proviamo con questo film a trovare questa mitologia e nello stesso tempo, la loro dimensione umana”. “Un gioco – ha affermato Amando Trotta – degli opposti e dei contrasti”. Nel film non ci sono attori professionisti, ma persone individuate qual e là durante le riprese, come avvenuto a Riace, dove è stata Alessandra Cataleta a scegliere alcuni dei protagonisti del film. “È un prodotto cinematograficamente molto moderno – ha sottolineato Anton Giulio Grande – che vuole narrare, celebrare e divulgare la bellezza e il mistero di queste statue. Sarà una contrapposizione tra immagini moderne accostate a testimonianze ed ipotesi del passato, messe insieme in un ritmo molto alto che darà vita ad un spettacolo veramente emozionante”. (ANSA).