Ricorre domani, 16 novembre, il 31° anniversario della scomparsa del Sen. Ciccio Franco, strenuo difensore della Città, Leader dei “Boia chi molla” e appassionato protagonista della “Rivolta di Reggio Calabria”. Il Comitato 14 luglio, il Centro Studi Tradizione Partecipazione, il Circolo di Fratelli d’Italia “Antonio e Ciccio Franco”, il Movimento “Reggio Futura”, lo ricorderanno con una cerimonia prevista alle ore 17,00 presso la Stele posta davanti l’Arena a Lui dedicata. Ciccio Franco dovette subire anche l’onta del carcere e della latitanza per l’attività in favore della “sua” Reggio, per la quale nutriva un amore viscerale, amore che fu sempre contraccambiato, fino alla morte, che sopraggiunse improvvisa ed inaspettata a soli 61 anni il 16 novembre del 1991. Eletto Senatore della Repubblica ininterrottamente per cinque legislature dal 1972 al 1991 per il MSI-DN, consigliere comunale per circa 30 anni e attivissimo dirigente sindacale della CISNAL, la sua vera passione, dove ricoprì la carica di Segretario Nazionale aggiunto.
Egli era un uomo d’azione, un combattente, un idealista, che non conosceva cosa fosse la paura o l’accomodante spirito di compromesso, un generoso, la cui disponibilità lo portava a condividere fino in fondo i bisogni e la povertà dei più umili. Era certamente un uomo di destra Ciccio Franco, di destra era l’alto senso della moralità che ispirava la sua azione politica; di destra era il suo attaccamento alla gente e alle tradizioni; di destra era il valore della Patria in cui egli si riconosceva; di destra era il rispetto per le Istituzioni in cui credeva. Ma la sua era una destra innanzitutto di Popolo, perciò fece proprio il grido di dolore che si innalzò dalla città in quella incandescente estate del 1970. Mai come oggi, in cui a prevalere sono sentimenti di rassegnazione, di menefreghismo e di apatia sociale, l’esempio di Ciccio Franco deve essere da stimolo ai reggini. Infatti, grazie al coraggio, alla passione, alla caparbietà di personaggi come Lui, che allora fu possibile che una intera comunità insorgesse e si ribellasse alle ingiustizie subite, ad opera delle lobby politico-massoniche-affaristiche del tempo, culminate con lo “scippo” del capoluogo di regione. Da qualche anno Reggio è attraversata da uno dei periodi più tristi e bui della sua millenaria storia, forse ancora più tragico del periodo della Rivolta, dal punto di vista della tenuta sociale, della fiducia nel futuro e della credibilità delle rappresentanze politico-istituzionali. Solo uno scatto d’orgoglio dei reggini potrà porre fine all’ignobile e indegna situazione attuale in cui versa la città e, mai come adesso, risuona insistente il monito di Ciccio Franco alla cittadinanza apatica dell’epoca: “REGGIO PERCHE’ DORMI?”-