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Pnrr: il programma è ostacolato dalla corruzione e dalla mafia

Il Rapporto economico 2022 della Bcc Mediocrati ha evidenziato che il sistema corruttivo e criminale è il principale ostacolo alla corretta realizzazione del Pnrr

di Filippo Francesco Idone

Il Rapporto economico 2022 della Bcc Mediocrati, giunto al diciottesimo anno ed incentrato sulle opportunità e sui rischi del Pnrr, è stato presentato a Rende, nella sala De Cardona della sede dell’istituto bancario, alla presenza del Procuratore distrettuale della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri. Tra i relatori Raffaele Rio, presidente di Demoskopika; Aldo Ferrara, presidente regionale di Unindustria; Maurizio Nicolai, Direttore generale del Dipartimento Programmazione della Regione Calabria, e Carlo Napoleoni, responsabile “Divisione Impresa” di Iccrea Banca.

“Lo studio, realizzato dall’Istituto di ricerca Demoskopika – riferisce un comunicato di Bcc Mediocrati – evidenzia che per oltre 60 mila imprenditori il sistema corruttivo e criminale è il principale ostacolo alla corretta realizzazione del Piano di ripresa e resilienza. Seguono l’instabilità politica e l’inadeguatezza di chi andrà a gestire le risorse stanziate”. “Solo un imprenditore su 10, comunque – è detto nello studio – dichiara di conoscere il Pnrr in modo approfondito. Gli imprenditori hanno dichiarato di avere una conoscenza piuttosto superficiale del Piano. Sul banco degli imputati prioritariamente la comunicazione, giudicata insufficiente dalla metà del sistema imprenditoriale (48,8%). C’è poi discordanza di vedute tra tessuto produttivo e organi di governo. Oltre 4 imprenditori su 10 (42,9%) ritengono prioritaria la sanità dal punto di vista degli investimenti, anche se a questo specifico settore è dedicato soltanto l‘8,6% della quota di finanziamento. Avere un sistema sanitario più efficiente e sicuro è considerata una necessità alla luce, probabilmente, anche delle conseguenze sociali ed economiche che si sono generate con l’avvento del Covid. Orientamento non in linea, evidentemente, con quanto previsto dalle istituzioni che hanno ‘costruito” il Piano. Dopo la salute, è la missione ‘Infrastrutture per una mobilità sostenibile’ ad essere considerata prioritaria dal 39% degli intervistati. Ma anche in questo caso, la quota ad essa riservata è pari soltanto al 13,4%. Otto imprenditori su dieci, inoltre, non credono nella forza riformatrice del Pnrr. Il campione interpellato ha espresso perplessità sull’idea che lo sforzo riformatore del Pnrr produrrà automaticamente un rilancio dello sviluppo economico”.

Nel rapporto si evidenzia, inoltre, che “per quattro intervistati su 10 (44,5%) il Nord-Ovest sarà l’area maggiormente favorita dal Pnrr. La maggior parte degli intervistati, e cioè il 35%, ritiene che il divario sia strutturale e non si colmerà mai, mentre per il 32,4% non si riusciranno a spendere tutte, e bene, le risorse a disposizione”. “La business community – si evidenzia – teme l’instabilità politica, l’incompetenza, la corruzione e la criminalità organizzata. Per più di due imprenditori su dieci, a rappresentare un ostacolo per il Pnrr è la scarsa efficienza della Pubblica amministrazione (23,4%). Il 60% degli intervistati, inoltre, teme il peggioramento della crisi energetica causata dal conflitto in Ucraina. Nel 2022 l’indice medio di fiducia generale, pari a 90,5, si mantiene stabile e consolida il miglioramento che era stato registrato nel corso del 2021, quando, a seguito di un forte ‘rimbalzo’ dopo il crollo verticale durante la crisi pandemica in cui era sceso ad un punto minimo della serie storica, aveva recuperato ben 35,3 punti attestandosi ai livelli del periodo pre-Covid (88,4)“.

“La lunga sequenza storica del nostro Rapporto – ha detto il presidente della BCC Mediocrati, Nicola Paldino – dimostra che la Calabria è sempre stata una terra resiliente. Siamo abituati a vivere e gestire le difficoltà e, semmai, dovremmo imparare a superare quei limiti che ci impediscono di crescere con assiduità e risolutezza”. “I nostri ragazzi – ha detto il procuratore Gratteri nel concludere i lavori – vanno via. Il nostro ‘know how’ è fuori regione. Dobbiamo creare le condizioni per fare tornare i professionisti migliori, non offrendo uno o due anni di contratto ma dando loro garanzie per un futuro certo”. (ANSA).

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