L’Associazione culturale Anassilaos ricorda l’Arcivescovo di Reggio Calabria Enrico Montalbetti, morto ad Annà di Melito il 31 gennaio 1943. Si ricorda in questa data l’80° anniversario delle sanguinose incursioni aeree della primavera-estate della seconda Guerra Mondiale. Moltalbetti, quel giorno, era diretto a Bova Marina per celebrare l’anniversario della morte di San Giovanni Bosco (31 gennaio 1888) presso i salesiani. Nel celebrare la messa ad Annà di Melito, nella chiesa di San Giuseppe, sentendo le bombe disse “Anche se una bomba ci colpisce, che importa? Essenziale è di essere pronti… prepariamoci alla morte”. Premonitore di ciò che sarebbe avvenuto poco dopo.
Ripercorriamo i tratti salienti della sua vita:
Studiò prima al seminario di Varese, poi a quello di Monza, e infine al Seminario Maggiore di Milano per gli studi teologici. Ordinato sacerdote il 10 giugno 1911, nel settembre dello stesso anno conseguì la laurea in teologia. Uomo di grande spessore culturale nel 1931 fondò con Mons. Perini arcivescovo di Fermo, la rivista “Catechesi”. Il 5 maggio 1935 viene eletto Arcivescovo titolare di Derco, nella diocesi della Tracia e Coadiutore, con diritto di successione, dell’Arcivescovo di Trento Mons Endrici.
Qui egli si trova ad operare in una realtà difficile sotto l’ostilità del regime fascista, si unisce anche la diffidenza di parte degli ambienti curiali molto legati all’Arcivescovo titolare. La promozione ad Arcivescovo di Reggio Calabria è dunque un modo (promoveatur ut amoveatur) per risolvere un nodo intricato. Entra in Diocesi l’8 settembre del 1938, durante le tradizionali Feste in onore della Madonna della Consolazione, e due anni più tardi, l’8 gennaio 1940, per rinuncia del vescovo salesiano mons. Giuseppe Cognata, viene anche nominato Amministratore Apostolico della Diocesi di Bova.
Nei cinque anni trascorsi a Reggio Calabria egli si dimostra attento ai bisogni della città ed ai suoi problemi, aggravati ormai dalla guerra (10 giugno 1940). Le numerose visite pastorali compiute in Diocesi gli consentono di approfondire la conoscenza del suo popolo al quale guarda con affetto e rispetto pur riprovando talune “abitudini” della società reggina. La sua attività fu comunque interrotta dalla sua morte, inattesa e improvvisa in una fredda giornata di gennaio.
La sua tragica morte, insieme a quella di tutti gli altri, annuncia la terribile stagione dei bombardamenti aerei dei mesi successivi che semineranno morte a Reggio Calabria e in tutta la provincia.