Lavoravano in perfetta sinergia, i due gruppi affini alla criminalità organizzata di stampo mafioso, per la spartizione “equa”del Porto di Cariati. Attività illecita riguardava l’acquisto all’ingrosso di pesce, da pescatori del luogo, a prezzi stabiliti. Lo stesso veniva poi rivenduto a prezzi maggiorati sia ai ristoratori e ai commercianti della Calabria, che a tutti i commercianti d’ingrosso della Sicilia, Campania, Lazio e Grecia.
L’inchiesta della Dda di Catanzaro – coordinata dai pm Domenico Guarascio, Paolo Sirleo e Pasquale Mandolfino – questa mattina ha portato a 31 arresti.
Questi abusi venivano fatti sopratutto ai pescatori che in alcun modo erano riusciti a ribellarsi senza pagarne poi le conseguenze: Un pescatore, un pò più coraggioso, era rimasto vittima di un incendio, un suo collega racconta che “probabilmente il danneggiamento poteva essere dovuto al fatto che, come avviene solitamente nel nostro ambiente, alcuni soggetti noti nella nostra comunità, che quotidianamente si recano dai vari pescatori pretendendo decine di chili tra il migliore pescato, non tengono conto né del valore di mercato del prodotto né degli accordi consuetudinari tra il pescatore e la pescheria di fiducia, rapporti che esistono in alcuni casi da anni e anni”.
Quest’incubo per il momento sembra essere finito, è necessario rimanere sempre vigili e denunciare l’illecito per favorire, a tutta la comunità, una vita serena nel rispetto della legalità.