Ritmo, spettacolo, identità e divertimento. C’è tutto questo e altro nell’iconica proposta musicale degli Zabatta Staila e Solfamì, la band Hip-Hop cosentina che da anni riempie le piazze della Calabria, usando il dialetto mischiato al rap per raccontare gli usi, i costumi, le vicende e i luoghi comuni del nostro territorio. Zabatta, Solfamì, Jakky Di Nola e Satomi in Loop, con le loro originali maschere, ritornano in grande stile con il nuovo singolo “Mò”, in uscita su tutti gli store digitali, realizzato in collaborazione con la celebre street band dei Takaboom. A curare la produzione, Calabria Sona e Italy Sona che hanno coordinato la nuova fase artistica del gruppo che oggi mira al giusto riconoscimento anche in ambito nazionale.
Mo’ è un brano dall’impatto immediato, un energico inno alla vita e al divertimento in perfetta sintonia con lo stile di una delle poche band locali capace di riempire le piazze con un pubblico eterogeneo. Il linguaggio dei Zabatta Staila è quello del sarcasmo, dell’ironia pungente a tratti surreale, della ricerca assidua di terminologie e parole a tutti note ma da pochi usate, all’insegna della valorizzazione della tradizione popolare, riveduta e corretta in chiave moderna. Attraverso il connubio tra suoni e immagini, hanno costruito una formula perfettamente riconoscibile, diventando virali sul web e sui social con numeri da capogiro suscitando l’interesse anche di network radiofonici nazionali come Radio Deejay.
La forza motrice di tutto restano sempre i testi, perché il cosentino, ed il calabrese in genere, si rispecchiano pienamente in quelli che sono i versi della band. Hanno scelto di rimanere nell’anonimato (almeno a livello mediatico) perché credono che siano i personaggi a dover parlare prima di tutto: chiunque si rispecchi nel loro messaggio, può essere Zabatta Staila. Dopo il primo singolo, in attesa del videoclip previsto per fine aprile, i ragazzi sono già pronti a lanciare il un nuovo album ricco di sorprese che farà da apripista ad un tour estivo nelle maggiori piazze calabresi.