Le emozioni guidano i nostri comportamenti e determinano le nostre scelte, per questo bisogna imparare a gestirle. Ma non è semplice e così scontato come sembra. Per prima cosa, infatti, bisogna saperle riconoscere e individuarle, dare il giusto nome ad ogni emozione. Divenire consapevoli di ciò che abita dentro di noi ci rende più sicuri e ci aiuta ad affrontare meglio le difficoltà della vita. Di questo ha parlato il dott. Stefano Rossi, il quale con un approccio empatico e interattivo con i ragazzi, ha valorizzato le ferite e le ombre che connotano il vissuto di ciascun essere umano. I ragazzi delle prime classi del liceo Rechichi hanno ascoltato con attenzione e rivolto domande allo psicopedagogista tra i più noti in Italia. Rossi è oggi tra i massimi esperti di didattica cooperativa, classi difficili ed educazione emotiva; collabora con la casa editrice “Pearson” con la quale ha pubblicato diversi saggi e che adotta il Metodo Rossi in numerosi testi scolastici; collabora con la rivista Focus Junior dove scrive sull’educazione delle emozioni, è spesso ospite della radio RTL 102.5 per parlare di scuola e genitorialità, è oggi il formatore più richiesto nella scuola italiana sul tema della didattica cooperativa e delle classi difficili e, con il Centro Didattica Cooperativa che dirige, ha già formato 600 scuole e oltre 80 mila docenti; si occupa anche di consulenza e formazione di genitori.
Ha parlato a tu per tu con i ragazzi evidenziando come è solo la forza della resilienza che converte le piaghe in pietre preziose, trasformando, come ha spiegato efficacemente il nostro relatore, la “paura nemica” in “paura amica”, “la cultura del risultato” con “la cultura dell’impegno”, “il lupo dell’aggressività” con “il lupo dell’ empatia”.
Un dialogo aperto su come affrontare l’ansia nella società della prestazione. Un messaggio importante per i ragazzi che spesso di trovano disorientati nel dover affrontare le sfide quotidiane. Un invito a non tradire mai se stesse e «non dire si all’altro che sia un no a noi stessi». Così l’esperto li ha messi in guardia dai rischi dei social. Dal cyberbullismo al Revenge porn. Un mare di cattiveria nel quale i ragazzi non sanno ancora navigare. Ne sono usciti arricchiti e consapevoli che non devono lasciarsi usare dai social ma imparare a usarli. Un incontro voluto dalla dirigente Francesca Morabito per dare ai ragazzi sempre più strumenti e supporto per crescere consapevoli e pronti ad afforntare le sfide di ogni giorno.