Carmela è una donna calabrese, separata e con una figlia. Carmela lavora per un’azienda che opera in appalto in un noto centro commerciale della piana di Gioia Tauro, Porto degli Ulivi, dove per poco più di 600 euro al mese fa, insieme alle colleghe, le pulizie. Il 4 aprile Carmela era in permesso sindacale, perché lei si impegna nel sindacato, vuole partecipare far valere i propri diritti, tornata a casa trova la lettera raccomandata dell’azienda RSR Ambiente che la licenzia senza alcun preavviso.
Le motivazioni assurde, si contestano la malattia per la quale il Sistema Sanitario ha certificato le assenze nei mesi precedenti, abuso dei permessi sindacali, mancanza di disciplina e insubordinazione. Una doccia gelata che una giovane madre, donna e lavoratrice calabrese si vede arrivare nella settimana di Pasqua. La vicenda di Carmela racconta di un mondo del lavoro che in questi anni si è trasformato, cambiando in peggio la qualità delle relazioni tra chi offre lavoro e chi lo esegue, tra le aziende e i lavoratori. Un imbarbarimento delle condizioni per cui sempre di più mentre il mondo intorno a noi va avanti, il mondo del lavoro torna indietro di 70 anni a prima dello Statuto dei Lavoratori.
Se oggi i lavoratori e le lavoratrici in Italia possono essere cacciate dal posto di lavoro ingiustamente per le loro opinioni o per il sindacato al quale scelgono di aderire senza conseguenze alcune per i datori di lavoro e le aziende allora non siamo dentro una democrazia compiuta, siamo una Nazione malata che ha bisogno di farsi curare. La Filcams CGIL non intende arretrare sul piano della tutela dei diritti ed esprimendo solidarietà e vicinanza alla propria compagna e dirigente sindacale, mentre i legali del sindacato e le strutture sono da subito al lavoro per tutelarla, organizzerà nei prossimi giorni un’azione di protesta davanti al Centro Commerciale dove Carmela lavorava fino all’altro giorno e dove ritornerà sicuramente dopo aver lottato come, tra l’altro, sa fare da anni. Intanto ci appelliamo all’azienda che ha affidato l’appalto a questo soggetto che di imprenditoriale ha veramente poco affinché per il principio di responsabilità solidale induca lo stesso a ritirare il provvedimento.