Riceviamo e pubblichiamo:
Da giorni sulle testate di locali leggiamo notizie sul contratto integrativo sottoscritto da MCT, azienda terminalista del porto di Gioia Tauro e sindacati. Occorre fare una premessa: l’operaio non ha avuto modo di visionare nessun documento ufficiale ma solo messaggi fatti girare che lasciano il tempo che trovano; di questo accordo, i lavoratori ne sono venuti a conoscenza, appunto, a mezzo stampa. Premesso ciò, leggendo queste bozze non ufficiali, è indubbio che l’accordo non è solamente insufficiente ma addirittura peggiorativo. L’accordo non porta nulla di nuovo per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro: nessuna alternanza mezzo/terra, nessun impegno per la formazione della forza lavoro per mansioni aggiuntive. Dietro quella che in questo accordo viene definita “premialità” si nasconde la discriminazione, punitiva quasi, nei confronti di quei lavoratori che hanno limitazioni dovute alle patologie causate da anni di lavoro in terminal, limitazioni stabilite dal medico competente e quindi incontestabili; e se non bastasse sarebbe sufficiente dare un’occhiata al dato delle malattie professionali riconosciute in netto aumento. Una vera e propria suddivisione in classe degli operai, acuita dalla consueta abitudine di assegnare il lavoro potenzialmente più performante sempre ai soliti noti. Il contributo per il lavaggio del vestiario previsto (comprensivo di “tombale”) è nettamente inferiore all’importo già stabilito dai giudici nelle varie sentenze a favore dei lavoratori ricorrenti. E ancora, la festività del santo patrono, diritto acquisito da anni, viene legato alle assenze e tra queste vengono inseriti istituti riconosciuti dalle leggi dello stato che includono addirittura la legge 104, venendo meno ad un principio di civiltà della nostra società (ci preme sottolineare che i permessi sindacali non costituiscono assenze).
L’inserimento delle nuove turnistiche, abbiamo l’impressione, che funga da specchietto per le allodole per distrarre da un integrativo “a perdere”, una mancanza assoluta di rispetto per tutti i lavoratori.
Infine vorremmo invitare a riflettere su un aspetto quantomeno dubbio: una lunghissima e complicata trattativa si sblocca improvvisamente e con una celerità senza precedenti proprio all’indomani del licenziamento del segretario OR.S.A., unica organizzazione sindacale di vera contrapposizione allo strapotere aziendale all’interno del terminal.
Una coincidenza o atto politico concordato tra azienda e firmatari per eliminare il nemico comune, unico ostacolo alla ratifica di questo accordo?
A pensar male si fa peccato ma spesso…
Facciamo appello al presidente dell’autorità di sistema affinché prima di incensare tale accordo (se non avessimo letto più volte avremmo pensato che le sue dichiarazioni fossero dell’addetto stampa dell’azienda) di fare ogni tanto un giro tra i lavoratori per toccare con mano le condizioni in cui operano quotidianamente.
OR.S.A. Mari e Porti