“Ho partecipato con molto interesse alla “Giornata sulla Povertà Educativa” organizzata dal Co.Re.Com Calabria, presso la sede del Consiglio Regionale a Reggio C.. Una giornata molto importante, che ha avuto l’obiettivo di focalizzare la nostra attenzione su un fenomeno forse non molto conosciuto, ma potenzialmente devastante per il futuro delle nostre giovani generazioni. La Povertà Educativa è un fenomeno strettamente collegato alle difficili condizioni economiche, capace di privare bambini, adolescenti e ragazzi delle adeguate opportunità di crescita e formazione, negando la possibilità di apprendere, sperimentare e sviluppare le loro inclinazioni e le loro capacità. E’ una povertà culturale, subdola, intangibile, meno evidente di quella economica anche se correlata ad essa, ma sicuramente capace di influenzare in maniera decisiva il futuro di intere comunità e interi territori”.
“E la Calabria rappresenta certamente un territorio a rischio, perché gli effetti di questo fenomeno multidimensionale potrebbero creare ancora più danni rispetto ad altre zone d’Italia. Nella nostra regione, secondo gli ultimi dati, piu’ del 60% degli studenti non raggiunge il livello base delle competenze in italiano, mentre quelle in matematica sono disattese dal 70%. L’abbandono scolastico si attesta al 14%, ampiamente al di sopra della media nazionale, e su cinque giovani sotto i 30 anni, ben 3 non lavorano e non studiano. A questi dati già allarmanti, si intrecciano quelli relativi alla Povertà Educativa Digitale, vero e proprio banco di prova delle generazioni future. Un divario digitale, che rappresenta un’ulteriore dimensione della povertà e che alimenta e acuisce il fenomeno della povertà educativa. La Calabria è la regione con il minor numero di famiglie collegate a Internet, la regione in cui le cui famiglie non possono garantire ai giovani computer adeguati e connessioni veloci, nelle cui scuole non è garantita la presenza di PC e tablet”.
“Dati come questi non possono che allarmarci. Questo tipo di povertà può avere conseguenze irreparabili per la nostra regione. Se negli scorsi decenni a partire alla ricerca di un futuro migliore erano le “nostre braccia”, appare evidente come oggi siano le nostre menti più brillanti a partire alla ricerca di condizioni più incoraggianti per far emergere e affermare i propri talenti. E il regime di autonomia differenziata, così come oggi proposto, non farebbe che acuire la gravità di queste distanze. Per questo motivo reputo fondamentali giornate come quella di oggi, con la partecipazione allo stesso tavolo di tutti i soggetti interessati, provenienti da varie regioni italiane, dalle istituzioni alla scuola, dagli Istituti di ricerca alle Università, fino al mondo dei media, per un confronto proficuo, basato sullo scambio di conoscenze e buone prassi. C’è tantissimo da fare, è una battaglia che non può essere rimandata, e che la politica ha il dovere di combattere, attingendo a tutti gli strumenti a disposizione con il coinvolgimento di tutti gli attori della società civile, a cominciare dalle famiglie e dagli istituti scolastici”.