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Ponte sullo Stretto, Celebre: “Prima considerare l’ordinario”

Il segretario generale della Fillea Cgil ritiene doveroso terminare le opere infrastrutturali incompiute e assicurare servizi essenziali

di Helena Pedone

(ANSA) – CATANZARO, 10 MAG – “Ci chiediamo perché lo stesso impulso che il governo sta mettendo per velocizzare la realizzazione del Ponte sullo Stretto non venga riversato anche su altrettanti filoni strategici e opere della Calabria”. Lo afferma, in una nota, il segretario generale della Fillea Cgil Calabria Simone Celebre. “Non abbiamo alcun tipo di pregiudizio sull’opera – aggiunge Celebre – ma riteniamo che ci siano emergenze sulle quali intervenire prima del Ponte. Ci sono infrastrutture di grande rilievo strategico già programmate (ferroviarie, stradali, autostradali e sistemi urbani) e grandi opere commissariate che non possono continuare a passare in secondo piano. Si tratta di opere per le quali serve uno slancio politico che fino ad ora non abbiamo visto. Ci sono cantieri mai terminati e altri che attendono da tempo di partire, strade colabrodo, viadotti che cadono e lasciano aree interne isolate e treni vetusti. Ciò che per altre regioni è ordinario, per la Calabria sembra dovere per forza essere una chimera. Pensare al Ponte sullo Stretto senza adoperarsi per mettere mano alla linea ferroviaria da Roma in giù, in alcuni tratti non elettrificata, o ad un binario, ad un’Alta Velocità traballante e ad aree quasi isolate, ci sembra poco sensato”. “La rete stradale non è meglio – sottolinea il segretario generale della Fille Calabria – basti pensare all’eterna incompiuta statale 106 e alla mole di automobilisti che vi hanno perso la vita. L’A2 è un susseguirsi di cantieri che creano disagio al traffico. Ma non solo, lavorare su ferrovie e strade ci permetterebbe di ridare slancio al Sud e anche di creare nuovo appeal sui porti. C’è poi da fare attenzione al Codice degli Appalti e al rischio di infiltrazioni criminali che l’avvio di lavori mastodontici come quelli che il Ponte potrebbe portare. L’uso sconsiderato dell’affidamento diretto della procedura negoziata senza bandi di gara, dell’appalto integrato, può, nel volgere di poco tempo, determinare aspetti degenerativi, inficiare la capacità di realizzazione e la stessa qualità della spesa, un peggioramento delle condizioni di lavoro e un restringimento dei diritti dei lavoratori per quanto concerne la corretta applicazione dei contratti nazionali e la prevenzione antinfortunistica”. “Parlando poi di cantieri fermi – rileva ancora Celebre – non possiamo non fare riferimento alla mancanza di strutture ospedaliere. I progetti non mancano, come per Vibo Valentia e Palmi, ma l’iter di realizzazione è fermo al palo. La salute è un diritto garantito dalla Costituzione, non può essere ostaggio della burocrazia, deve essere prioritaria e non può essere accantonata. Chiediamo al governo di accendere i riflettori sul Sud e di consentire la dignità delle condizioni di vita di chi ci abita. Non basta parlare di spopolamento e di calo demografico se poi non ci si adopera per consentire i collegamenti o, perfino, per potersi curare”. (ANSA).

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