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Denuncia pervenuta al Garante Marziale

Il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, le minacce subite da una madre calabrese

di Filippo Francesco Idone

“Una circostanziata denuncia, corredata da documentazione, mi informa che in una città calabrese un 14enne è stato atteso davanti al cancello all’uscita della scuola da due sconosciuti, che lo hanno costretto a suon di schiaffi ad inginocchiarsi davanti a due compagne. Uno dei due incaricati della “spedizione punitiva” è stato rintracciato dagli inquirenti, ma – come riportato nella denuncia della madre del minore punito – le due adolescenti hanno continuato a bullizzarlo, senza che niente a scuola accadesse in termini di provvedimenti”: è quanto porta alla luce il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale.

“Ma – continua il Garante – il peggio è arrivato in seguito, quando cioè la madre del 14enne, che ha reagito verbalmente all’ennesimo sberleffo delle due compagne, è stata raggiunta da una telefonata del padre di una delle due ragazze, che tra le cose ha detto: “La minaccia mirata a quella testa di c…. di tuo figlio la sto facendo io e sappi che non mi passa Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza… perché tuo figlio presto tornerà con le p…. schiacciate… Da domani, se si rivolge a mia figlia anche solo con uno sguardo gli pesto i co……”. La telefonata si protrae con ulteriori frasi minacciose irripetibili, che ho personalmente ascoltato nell’audio che mi è stato inoltrato”.

“Il mio ufficio legale – continua Marziale – provvederà con urgenza ad informare le autorità preposte, anche se la mamma segnalante ha già provveduto a inoltrare denuncia attraverso il proprio legale. É importante portare alla luce l’episodio, perché è inconcepibile che un genitore, anziché collaborare per portare a sani consigli i minori protagonisti, si spinga ad acuire il conflitto con atteggiamenti deprecabili. Altro motivo d’interesse per l’ufficio del Garante, è capire se è vero che la scuola non ha adottato alcun provvedimento. Qualora la denuncia della madre dovesse trovare riscontro, ci troveremmo al cospetto di un quadro devastante, che farebbe del patto educativo scuola-famiglia un documento d’intenti fine a se stesso, per reciproche responsabilità”.

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