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Continua il viaggio di Ruggero Pegna con “La stanza di Adel”

Ruggero Pegna con “La stanza di Adel”Il romanzo "La stanza di Adel" di Ruggero Pegna, produttore e promoter calabrese, prosegue il suo viaggio culturale

di Filippo Francesco Idone

Continua il viaggio del romanzo “La stanza di Adel” di Ruggero Pegna, produttore e promoter calabrese di grandi eventi musicali tra i più noti, con l’altro volto di sorprendente autore e scrittore: dalla poesia, alla satira, a diversi romanzi attualissimi e di successo. Questo suo nuovo romanzo edito da Santelli è stato già introdotto in diverse scuole e presentato in varie rassegne letterarie, diventando un libro di riferimento sul tema dell’adozione. Nonostante vari impegni con la sua attività di promoter, l’autore si prepara a partecipare a diversi incontri e festival letterari estivi nei quali, come al solito, toccherà i tanti temi umanitari protagonisti delle sue pubblicazioni.

Dopo aver raccontato in “Miracolo d’Amore” (Rubbettino) la storia della sua improvvisa leucemia e della miracolosa guarigione “grazie al trapianto di midollo di una ragazza americana e alle preghiere di Natuzza Evolo”, Pegna ha toccato il tema della pena di morte in “La penna di Donney” e quelli del razzismo e dell’integrazione nel bellissimo e toccante “Il cacciatore di meduse”, storia di un piccolo migrante somalo sbarcato con la madre a Lampedusa. Con “La stanza di Adel”, in cui ancora una volta è la realtà a trasformarsi in romanzo, ha scelto di addentrarsi nel delicato tema dell’adozione che s’intreccia a quello dell’essere genitori, della famiglia e dei figli, dell’esistenza stessa. Una storia di particolare attualità, che stride con le cronache di guerra di questi giorni, anche perché la protagonista è proprio Adeliya, una bimba russa adottata da genitori italiani.

L’adozione è un modo naturale come qualsiasi altro per essere genitori e figli, un ritrovarsi meraviglioso voluto dal destino o da Dio”, afferma Pegna, animato dal desiderio di trasmettere ancora una volta forti emozioni legate a storie vere, seppure trasformate in romanzo dalla sua penna assolutamente originale. “Non esiste un figlio adottato ma semplicemente un figlio, a volte portato nel luogo sbagliato da una cicogna sbadata che smarrisce l’orientamento e la destinazione, e che i genitori devono cercare, con coraggio e amore, fino a trovarlo in una qualsiasi parte del mondo!”, prosegue l’autore. “A volte la società tende a sottolineare una sorta di diversità nell’essere genitori e figli, arrivando quasi ad affermare che l’adozione o altre opportunità di creare una famiglia non siano naturali, ma la realtà è ben diversa, l’amore supera ogni schema e convenzione”.

“La stanza di Adel” è un romanzo da non perdere sia per chi ha vissuto e vive questa stupenda realtà, sia per chi volesse emozionarsi con l’avventura fantastica di una genitorialità piena raccontata con sensibilità, delicatezza e poesia. Nel libro un padre ripercorre la sua stessa vita tra paure, sogni, speranze e la sofferenza condivisa con la moglie dovuta all’impossibilità di avere un figlio finché, in un Istituto russo, incontrano e adottano la piccola Adeliya di pochi mesi. Raggiunta la maggiore età, però, lei decide di tornare nella città natale, sostenendo di voler imparare la lingua. In realtà i genitori da sempre temevano che Adeliya, prima o poi, avrebbe cercato le sue vere origini e non si oppongono, consapevoli che si tratti di una prova d’amore da dover superare. Durante la lunga assenza, preso da sconforto e nostalgia, il padre s’impossessa della cameretta di Adel e comincia a ripercorrere la loro storia, a tratti come se fosse una favola: dal desiderio di avere un figlio fino alla lotta per un’adozione, tra burocrazia e timori, nell’inquieta e incerta attesa del suo ritorno.

Un libro capace di avvicinare il lettore ai sentimenti più forti e, forse, di contribuire a dipanare ogni dubbio sull’adozione e sulla necessità di snellire la burocrazia che la precede. “Basta il ritardo di un giorno per un timbro su uno dei tanti documenti e cambiano le vite di bambini e famiglie: un bimbo in attesa dei genitori potrebbe trovarsi in un’altra parte del mondo. Un figlio, ognuno di noi – prosegue Pegna – è un miracolo, frutto di infinite combinazioni, di incontri, di storie, di linee che si incontrano incidentalmente in un punto, di casualità o progetto divino a secondo della propria fede, sia nel caso di un figlio naturale, sia in caso di adozione… Dal momento in cui arriva in una famiglia, è lui e non poteva essere nessun altro!”. Un romanzo avvincente e coinvolgente, dedicato a tutti i bambini in un momento di grande sofferenza in molti luoghi del mondo: “ai bambini che siamo stati, a quelli che verranno, a quelli abbandonati, vittime innocenti di guerre, violenze o abusi, a quelli indesiderati o mai nati…”.

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