Un importante quartiere della Città come San Giovannello non può marcire sommerso dall’incuria e dalle bugie. La nota sciatteria amministrativa del club dei Falcomatà Boys sta continuando a mietere vittime e miseria nel nostro territorio. Otto anni di promesse, riunioni inconcludenti e bugie. Eppure, i cittadini del rione ci avevano creduto, ma il solito modello di distrazione di massa che prevede l’annuncio in pompa magna di opere che non si realizzeranno mai ha ancora una volta funzionato. Poi nel corso di otto anni di totale immobilismo, per nascondere la bugia dell’annuncio farlocco, sono servite altre bugie più grandi, somministrate da convincenti conferenza stampa o da mirabolanti comunicati confezionati dal mitico ufficio stampa. Insomma, obnubilare regolarmente la coscienza dei cittadini è la parola d’ordine dell’amministrazione più disastrosa della storia.
Così è stato per il quartiere di San Giovannello; era il 26 Novembre del 2016 quando il giovane Sindaco Giuseppe Falcomatà muoveva i primi passi nel teatro dell’assurdo da lui stesso ideato. Ancora fresco di bugie e con voce suadente, il primo cittadino, senza sbagliare neanche un congiuntivo, annunciava un primo step di opere, inserite nei Patti per il Sud, del valore di 16 milioni di euro con la seguente dichiarazione: “Si tratta – ha spiegato – di un gruppo di opere che erano già, o nella fase della progettazione esecutiva, o che erano avviate e per diversi motivi interrotte con cantieri fermi, con perdita di valore di quelle che erano state le opere fino a quel momento realizzate, o ferme a causa di contenziosi, nel frattempo risolti. Non appena ricevuto l’ok dalla Corte dei Conti rispetto alla delibera del Cipe abbiamo potuto attingere all’anticipazione del 10% del totale dei 133 milioni inseriti nel Patto “.
Erano cinque le aree di intervento privilegiate in quella prima fase: sport, infrastrutture, ambiente, cultura, paesaggio, arte e turismo. Nella prima area, con un investimento di un milione e 500mila euro, era previsto il completamento della palestra polivalente di San Giovannello, nella zona nord della città. A seguire, due mln riguardavano la realizzazione della strada di collegamento tra la foce del torrente Sant’Agata e il quartiere di San Gregorio, a valle del sedime aeroportuale. Con un finanziamento di 900 mila euro si sarebbe dovuta completata l’Isola ecologica di Condera, un centro di raccolta a supporto della raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Per il settore cultura, si sarebbe dovuta completare, dopo anni di abbandono e degrado, l’Arena Lido, una struttura teatrale estiva iniziata sull’area dell’antica storica arena estiva della città. Con un intervento di 200mila euro, tra i “Patti per il Sud” sottoscritti con la Città Metropolitana di Reggio Calabria, si sarebbe dovuto realizzare il Giardino aspromontano della biodiversità, in località “Campi di Reggio”; infine per un importo di circa 10 mln di euro, si sarebbe dovuta compiere la ristrutturazione dell’edificio del Roof Garden.
Ovviamente, tranne qualche piccolissima eccezione, né le opere previste per il quartiere San Giovannello né le altre opere annunciate hanno trovato esecuzione. Oggi il meraviglioso quartiere di San Giovannello, che sorge in un bellissimo territorio densamente popolato e con la presenza di vari ospedali e scuole, ha una strada sottoposta a traffico intenso ridotta a colabrodo che rende la vita dei residenti un vero inferno. Poi la profonda ferita al centro del quartiere dove giganteggia lo scheletro della palestra dal tetto in legno devastato e il parco De Sena altrettanto sfigurato e saccheggiato privo addirittura anche della stele, trasferita a Piazza Italia. Cancelli aperti a chiunque voglia entrare in quello che doveva essere un meraviglioso parco sullo stretto.
Purtroppo, un meraviglioso territorio nella collina nord della Città è diventato il simbolo dello spreco di denari pubblici e del degrado. Eppure, Giuseppe Falcomatà sapeva che era stato proprio il padre Italo a volere risanare un quartiere periferia per farlo diventare luogo di rinascita. Per i cittadini del quartiere e per tutti noi, nonostante i fondi della Comunità Europea e quelli del Decreto Reggio, il sogno è diventato incubo. Facendo qualche giorno fa un sopralluogo pubblico, condiviso con i reggini, ho potuto constatare di persona che, rispetto alla stessa perlustrazione fatta tre anni fa, era cambiata solo una cosa: una nuova promessa-bugia erogata da in un ultimo fantomatico incontro-tavolo di lavoro tra i cittadini ignari e l’amministrazione di pinocchio. Comunque, Pinocchio non vincerà.