Il divenire di una comunità, civile e di fedeli, che si riconosce oggi nella Parrocchia del S. Cuore di Gesù, al rione ferrovieri. Sarà questo il tema di una rappresentazione, tra narrazioni e testimonianze, accompagnate da immagini d’epoca, che si terrà nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, in via Galilei, domani sera, a partire dalle ore 20,30, dal titolo “Na Cresia, nu Riuni, Cuntu e cantu”. Evento inserito nel programma delle annuali festività in onore del S. Cuore di Gesù.
Aneddoti, personaggi, storie, curiosità, che si sono susseguite nella realtà del quartiere a Sud del ponte Calopinace. Là dove un tempo c’era una distesa di campi coltivati e qualche casa rurale, oggi sorge uno dei quartieri più popolosi e centrali della città. Attorno a quel primo nucleo di case-baracche delle Ferrovie dello Stato, prima, per dare dignità ai ferrovieri del grande Compartimento ferroviario di Reggio Calabria, la costruzione delle moderne palazzine, poi. Quindi il trasferimento delle famiglie dei pescatori della città, nel ‘nuovo’ Rione Pescatori. E accanto ad essi la “Chiesa baracca” luogo di culto degli anni post terremoto, fino alla nuova Chiesa tra le prime realizzate dopo il Concilio Vaticano II, moderna e spaziosa, aperta al culto il 6 aprile 1962 e consacrata da S.E. Mons. Giovanni Ferro domenica 1luglio 1962. Ricordi indelebili nella gioventù di quegli anni, con tanti protagonisti, che affiancarono i parroci che si susseguirono alla guida della Parrocchia. Un racconto per flash, ricordi presi qua e là nel pozzo della memoria, di alcuni giovani dell’Azione Cattolica di quegli anni, e raccolti in un testo narrativo da uno di loro, Nuccio Neri, da anni residente, come tanti altri fuori Reggio e per l’occasione presenti per questa sorta di amarcord reggino, con al centro la scultura del S. Cuore di Gesù, sotto la cui protezione molti sono cresciuti e si sono formati ai valori della fede, dell’amicizia, e della convivenza civile. Un ritrovarsi tra vecchi amici, per raccontare, anzi rivelare ai più giovani, ed a coloro che il quartiere lo vivono da poco tempo, la storia e l’armonia di una comunità che si è sempre più compattata nella difesa della propria identità.