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Aeroporto Reggio Calabria: Sofo (FDI) porta il caso dell’autonomia gestionale a Bruxelles

L'eurodeputato di FdI, Sofo, ha richiesto al commissario europeo ai trasporti un chiarimento sul futuro dell'aeroporto Tito Minniti

di Filippo Francesco Idone

Questa mattina l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Vincenzo Sofo ha presentato un’interrogazione al commissario europeo ai trasporti Adina Valean per chiedere una posizione in merito al futuro dell’aeroporto Tito Minniti di Reggio Calabria. Tito Minniti di Reggio Calabria., che da molto tempo porta avanti la battaglia per lo sviluppo infrastrutturale calabrese rivendicandone il ruolo nel contesto della rete transeuropea dei trasporti Ten-T, ha sollecitato la Commissione europea ad affrontare il problema dello scalo reggino in quanto “l’aeroporto di Reggio Calabria si pone oggi come elemento fondamentale per la messa a sistema delle infrastrutture strategiche per la realizzazione in quest’area situata al centro del Mediterraneo di una rete completa, integrata e multimodale tra trasporto terrestre, marittimo e aereo come previsto dal progetto Ten-T”. Un progetto che prevede un corridoio scandinavo-mediterraneo che giunge fino alla Sicilia passando dalla Calabria, motivo per il quale lo stesso commissario Valean ha dato parere favorevole all’inserimento del Ponte sullo Stretto, e nel quale recentemente proprio grazie alla battaglia fatta da Sofo è stata inserita anche l’intera Statale 106 fino a Reggio Calabria.

“Tuttavia – è la denuncia fatta da Sofo alla Valean – in questi anni lo scalo reggino è stato oggetto di un costante e progressivo depotenziamento, trattato dalle istituzioni nazionali e locali come uno scalo secondario di riferimento per la sola provincia di Reggio Calabria e ignorando il fatto che fosse una infrastruttura parte del TenT in quanto strategica per tutta l’area dello Stretto di Messina che unisce Calabria meridionale e Sicilia orientale”. L’eurodeputato meloniano ha dunque sollevato alla Commissione il tema della governance dello scalo e dell’opportunità che torni ad avere una gestione societaria autonoma che consenta di progettarne il rilancio e lo sviluppo nel quadro del piano infrastrutturale portato avanti da Bruxelles.

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