Con il patrocinio del comune di Reggio Calabria assessorato cultura in sinergia con ufficio cultura, la soprintenda e l’associazione scientifico culturale IN.SI.DE. l’ipogeo ancora una volta diventa “teatro” dell’arte, stavolta internazionale. Il sito ospiterà, infatti, la personale dell’artista Miriam Jaskierowicz Arman dal 9 luglio al 9 settembre. “La ricerca pittorica della Arman tende all’espressivo senza temere di esplorare l’irregolare come elemento di interesse, il colore come tratto essenziale e irrinunciabile. L’artista porta sulla tela una trama complessa di simboli che restituisce al fruitore una significazione mistica legata al mondo interiore della Arman. L’impostazione di figure maschili e femminili riconduce a correnti precise senza però imitarle anzi l’artista riesce a trovare una linea narrativa del tutto originale. I tratti sicuri, decisi esprimono la consapevolezza e il senso del progetto pittorico, nulla è casuale piuttosto è frutto di analisi puntuali, di un vero e proprio processo filosofico. Solo ponendo l’attenzione su queste precise speculazioni si riesce a comprendere il valore che la luce ha per l’artista. Essa è fondamentale, quasi una realtà altra capace di essere protagonista assoluta nonostante la scelta di una tavolozza cromatica dai toni particolarmente forti. – dichiara Elmar Elisabetta Marcianò, la curatrice della mostra.
“Accanto alle figure dell’Arman si dipana un discorso piuttosto complesso che risalta dall’oscurità del fondo e “vaga” lungo la tela, passando per i bassorilievi in vetro, le forme della pitto-scultura e imprimendo un’impronta decisiva e matura. Le opere, quindi, offrono una vera e propria sperimentazione sensoriale ed emotiva dentro la quale la bellezza si configura come sinonimo di Verità. E questa verità ha il potere del divenire costante e di aprire l’opera d’arte all’Assoluto. Anche l’uso della materia è del tutto originale, vetro, oggetti del quotidiano si fondono perfettamente con le linee dei pastelli o le pennellate lunghe e libere; ed ecco che l’esplorazione di questa materia e il lavoro su di essa ci porta a scoprire ancora strati di sensibilità, immaginiamo così l’artista sceglie uno ad uno i pezzi che decide di offrire alla nostra contemplazione. La Arman diventa quindi mediatrice di questo multi linguaggio mistico ed è capace di svelarne l’anima segreta avvolta dalla bellezza che non coincide con l’effimero o il superfluo bensì esprime la riconciliazione tra il dolore e la nuova vita tutta proiettata verso una costante ricerca della Verità.” – conclude.