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Reggio Calabria: grande entusiasmo al Palabotteghelle

Grande successo per il Centro Studio Danza diretto dalla prof.ssa Gabriella Cutrupi che ha entusiasmato il Palabotteghelle di Reggio Calabria

di Filippo Francesco Idone

Meritato successo per il “Centro Studio Danza” diretto dalla prof.ssa Gabriella Cutrupi che, ancora una volta, entusiasma, appassiona e coinvolge un pubblico attento e curioso all’interno di un’insolita location come il Palabotteghelle di Reggio Calabria. Annunciato come un saggio-spettacolo di fine anno si è rivelato un capolavoro artistico degno dei più grandi palcoscenici, perché quando l’arte alberga realmente nell’anima, come in quella della prof.ssa Gabriella Cutrupi, anche l’idea più astratta diventa non soltanto realizzabile e concreta, ma rappresentabile artisticamente nella sua totalità, in ogni sua sfaccettatura. E questo è ciò che è avvenuto a conclusione di un anno accademico intenso, di grande lavoro e di grande passione. Tutto nasce dall’ idea e dalla voglia di sensibilizzare i giovani e i meno giovani alle tematiche sociali, a cui la Cutrupi ha sempre dedicato parte attiva della sua vita, che ha visto nel connubio artistico “scrittura – balletto” la sua realizzazione. Così la “Storia di un pesce che voleva volare” scritto da Ginetta Rotondo, professoressa crotonese, diventa musa ispiratrice per la prof.ssa Gabriella Cutrupi.

Ginetta Rotondo nasce a Verzino, in provincia di Crotone, si laurea in Filologia italiana e vive ed insegna a Bassano del Grappa. Per la CSA Editrice pubblica nel 2011 il romanzo “L’ ospite inattesa”, nel 2021 il prosema “Volevo solo essere felice” e nel mese di giugno c.a. la “Storia di un pesce che voleva volare”. Il libro racconta la storia di Sofia, una giovane trota che abita insieme alla sua famiglia nell’acqua del Vitravo. E’ una pesciolina curiosa e la sua più grande forza è quella di non fermarsi alle apparenze, di non limitarsi a credere a ciò che le viene detto. Si pone continue domande e prova a scoprirne le risposte. Il sogno della piccola Sofia è quello di volare e di vedere il mondo fuori dalla sua fiumara. Per fare ciò sarà aiutata da nonna Bess e da un misterioso luccio, don Ettore, temuto da tutti i pesci di Vitravo. Bess e don Ettore sono esseri speciali, anime di uomini trasmigrate nelle squame di un pesce. Lei era stata la moglie di un grande mago austro-ungarico, lui, invece, era stato un grande fisico italiano. Scienza e magia, binomio di materia e antimateria, tra fascino, emozioni e contraddizioni per il nostro mondo così maltrattato dall’uomo.

E già da subito possiamo cogliere la sensibilità e l’amore della Cutrupi nel voler dar lustro alla nostra meravigliosa terra di Calabria: la scelta di una scrittrice calabrese che, a sua volta, narra una storia fantastica ambientata nella valle del Vitraro, affluente del fiume Neto, tra i monti della Sila e il Mar Jonio, incastonato all’interno di un piccolo paesino chiamato Verzino. Posto incantevole, un vero scrigno di natura, paesaggio, cultura con un rilevante patrimonio geologico straordinario, con la presenza dei diapiri salini, rocce evaporitiche saline, geositi unici in Europa, oggetto di studio di scienziati da tutto il mondo. Da qui dunque parte la “Storia di un pesce che voleva volare” e da qui ha inizio lo spettacolo in un libero adattamento Coreico della Cutrupi, sostenuto, approvato e condiviso dalla scrittrice, amica, Rotondo.

In scena si alterna l’arte declinata nelle sue varie accezioni: balletto, danza, canto, recitazione, attraverso le quali prendono vita valori importanti come: il rispetto dei territori, la denuncia all’inquinamento, l’amore per la storia, l’importanza dei sogni, la difesa degli ideali. La danza classica, il modern, il social, la danza aerea, l’hip hop, la break dance, il teatro danza, il tai chi, si sono resi portavoce di messaggi di educazione civica, di storia, di geografia, di storia dell’arte. Un modo straordinario, innovativo, e perché no, didatticamente ineccepibile, per insegnare, trasmettere, affascinare i giovani, i bambini e gli adulti, così come è stato per il pubblico del Palabotteghelle che con scroscianti applausi ha ringraziato la sua direttrice Gabriella Cutrupi con tutta sua efficientissima equipe didattica. L’arte ha una potenza benefica e può fare da cassa di risonanza per sensibilizzare l’umanità; uno spettacolo così completo, profondo, inclusivo e contemporaneamente leggero e allegro sarebbe il mezzo perfetto per educare i ragazzi, per insegnare loro ad essere cittadini del mondo, sarebbe bello che la scuola si avvalesse della danza, dell’arte in genere per far breccia nel cuore e nell’anima di ogni studente, per riportarli in un mondo in cui i sogni, la creatività  devono essere la linfa per costruire grandi obiettivi, progetti, così da ricreare una relazione osmotica  con  il nostro meraviglioso pianeta Terra. Ecco perché arriva anche da parte nostra un grande plauso al lavoro svolto dalla prof. ssa Gabriella Cutrupi, da tutta la sua equipe didattica e da tutto il “Centro Studio Danza”.

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