Le presenze turistiche in Calabria sono sempre più legate alle vacanze di rientro dei nostri emigrati che durante l’anno lavorano nel nord del paese piuttosto che in Europa. Spesso si preferisce ancora – vista l’assurda ed inaccessibile offerta per treni ed aerei, come denunciato anche da Federconsumatori Calabria recentemente – viaggiare con la propria auto e così accade che il primo biglietto da visita risultano essere le stazioni di servizio autostradali.
La Filcams Cgil Calabria ha più volte nel corso degli anni denunciato la condizione con la quale le società concessionarie pur di risparmiare mettono a rischio qualità dei servizi e di conseguenza i posti di lavoro di chi opera a vario titolo all’interno delle stazioni di servizio. Oltre a qualche risposta piccata di Anas ed al totale disinteresse della Regione Calabria, nulla si è mosso, con il risultato che addirittura la qualità deii servizi è peggiorata di brutto nel corso di questi anni. Sicuramente l’Ente Anas sta procedendo con molta calma ad ammodernare la rete autostradale ed i servizi ma i controlli sulla qualità degli stessi non sono sufficienti ad evitare storture e deficienze che si ripercuotono sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori. Capita, per esempio, nelle ore notturne di fare sosta in aree di servizio e di ristoro completamente abbandonate e gestite da un solo dipendente, in barba ad ogni principio di sicurezza e qualità dei luoghi di lavoro.
Inoltre, ancora oggi, facciamo i conti con una cultura retrograda che non permette alla Calabria di presentare la propria offerta turistica in maniera adeguata per esempio sul piano enogastronomico, mentre non si capisce per quale logica si permette di vendere prodotti che valorizzano “u mafiusu” ispirandosi a personaggi della criminalità organizzata; pensamavo che di tutto avesse bisogno la Calabria tranne che sponsorizzare la criminalità che già si autopromuove benissimo da sola. Mentre ciò accade i servizi calano e vengono meno, si pensi ai biglietti per gli imbarchi verso e dalla Sicilia che non vengono più venduti nelle stazioni di servizio calabresi con il risultato che gli automobilisti passano dritti dove prima si fermavano; ciò significa meno lavoro per il personale delle pulizie, della ristorazione e della distribuzione carburanti. E poi ci si chiede perché in Calabria si lavora poco e male e soprattutto perché le persone scappano o non ritornano nella nostra meravigliosa e straordinaria Regione.