“L’approvazione della mozione sull’età del consenso, presentata dal consigliere Giuseppe Neri e votata dal Consiglio Regionale della Calabria, segna un momento importante nella storia dei diritti dei minori”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria.
“Non mi risulta che governi ed assemblee legislative, a livello locale o globale, siano impegnati a difendere il diritto dei minori ad essere riconosciuti come tali – continua Marziale – mi risulta piuttosto che troppe sono le istituzioni legislative preoccupate di abbassare la soglia del consenso, allontanandosi pericolosamente dal limite dei 18 anni contemplati dalla Dichiarazione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Fra queste l’Italia, la cui soglia anagrafica del consenso sessuale è scesa fino a 14 anni, collocandosi fra le più basse del mondo occidentale”.
“Il Consiglio Regionale della Calabria ha dimostrato oggi di volersi assumere coraggiosamente il compito di andare in controtendenza, facendosi carico della responsabilità di incidere anche sul piano culturale, oltre che politico, nel difficile compito di ricostruire la percezione dei minori, che sottostà ad ogni provvedimento legislativo: essere minorenni è un diritto inalienabile, fatto di bisogni e rivendicazioni – evidenzia il garante – il cui riconoscimento ha segnato lunghi secoli di lotte, oggi minate alla base da una cultura adultocentrica e mirante all’adultizzazione precoce dei più piccoli, per svariati e deprecabili motivi”.
“Sento il dovere di ringraziare il consigliere Giuseppe Neri, il presidente del Consiglio Regionale Filippo Mancuso e indistintamente tutti i consiglieri – continua Marziale – per avere recepito le istanze di quanti a vario titolo sono dediti alla tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, gettando le basi per un cambiamento di rotta e diventando di fatto capitale mondiale dei diritti dei minori, oltre ogni steccato politico e ideologico”. “Porterò la mozione all’attenzione della Conferenza nazionale dei garanti per l’infanzia e l’adolescenza – conclude il garante – affinché si facciano carico di spronare i loro rispettivi consigli regionali e dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia della presidenza del Consiglio dei Ministri, del quale sono componente, nella certezza che un documento di siffatta portata possa, anzi debba necessariamente, ridare ai bambini e agli adolescenti diritti e dignità”.