Gentile Presidente Gravina, pochissime righe perché non servono giri di parole. E lo diciamo con il massimo rispetto per la persona. Non certo con la soddisfazione per il lavoro del numero uno FIGC, siamo delusi e rassegnati. I suoi predecessori hanno fatto meglio di lei, è un nostro giudizio in piena libertà, non se la prenda. A parte la “medaglia al petto” dell’onta mondiale, quella resterà a vita, a parte le riforme (a proposito, quando? Nel 2072? Le aveva promesse dopo la suddetta onta…) vorremmo chiederle: ma lei ha approvato ad approfondire, tramite i suoi uomini di fiducia, cosa volesse dire Cellino quando parlava di “faldoni bruciati”? Lo stesso Cellino che fa la morale sugli altri e non racconta la storia dei faldoni. Peggio ancora: nessuno glielo chiede, signor Presidente, non le sembrava un atto dovuto per la salute del calcio italiano? Nulla. Lei parla di stadi, di singole situazioni, ma sui discorsi di carattere generale, sui problemi atavici e irrisolti zero virgola zero. Ci faccia solo una cortesia: eviti di occuparsi della prossima categoria della Reggina, consigliando la Serie D. Non tocca a lei. La Reggina può ripartire anche dalla “Serie Z”, lo tenga bene a memoria, ma conserverà l’orgoglio, la dignità e la passione. Nel frattempo, sia gentile, lasci in pace migliaia di tifosi amaranto che hanno vissuto e stanno vivendo giorni tremendi. Consigliare la Serie D immediatamente è un atto senza un minimo di rispetto, non se ne avverte il bisogno. Il calcio italiano invece sì, da anni ha necessità calpestate. E aspetta. Anzi, aspetterà in eterno. Buona domenica dai faldoni di Cellino. Proprio vero: il calcio italiano è un falò”. Queste sono state le parole scritte da Alfredo Pedullà sul proprio sito ufficiale difendendo a spada tratta la Reggina e rispondendo alle frasi di Gabriele Gravina sulla categoria per il club amaranto.
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