Uno spettacolo immersivo attraverso l’utilizzo di lira, chitarra con matite, tamburo a cornice, zumpettana, zampogna e live electronics. Quasi ipnotico, è il concerto di Davide Ambrogio, in scena per la quarta giornata della XIX edizione del “Tarantella Power” in corso a Monasterace.
Il festival tematico sulla danza e la musica tradizionale è ideato e realizzato dall’Associazione Arpa, e si avvale del finanziamento della Regione Calabria (Avviso pubblico per la selezione e il finanziamento di Attività Culturali – Annualità 2022). Anche ieri corsi e laboratori, e le attività comuni che sono state affidate al professor Giorgio Adamo che dopo la seconda lezione sulle rappresentazioni visive del suono, ha “preparato” i corsisti alla visita al santuario di Polsi, in programma per sabato 2 settembre, in occasione della Festa per la “Madonna della montagna” che si tiene nella frazione del Comune di San Luca dal 31 agosto al 2 settembre. Il professore Adamo ha approfondito il tema della Musica e identità nel pellegrinaggio alla Madonna di Polsi.
A partire dalle 22, piazza Placanica, è diventato luogo di incontro all’insegna della musica popolare e della danza, coinvolgendo fino a notte fonda decine di persone che hanno scelto di calarsi nelle armonie e nel clima del “Tarantella Power”.
Nella ricerca timbrica, melodica e ritmica, lo spettacolo di Davide Ambrogio – affiancato da Walter Laureti (Live electronics, tastiere) e Valeria Taccone (Voce) – racconta una verità intima ed attuale, in grado di evocare suggestioni diverse, nel presente. Davide Ambrogio è un cantante e polistrumentista calabrese che dopo essersi aggiudicato il Premio Loano Giovani con Linguamadre e aver conseguito da solista i premi Musica contro le Mafie ed Ethnos Gener/Azioni 2020, ha presentato l’album d’esordio Evocazioni e Invocazioni. Già inserito nella Transglobal Music Chart e nella World Music Chart Europe, l’album è stato premiato da Songlines Magazine per la Top of The World Album di novembre. Il disco è il risultato di un lavoro che recupera le molteplici funzioni del canto, capace di tradurre un’espressione vocale legata alla tradizione orale Aspromontana calabrese in elementi sonori contemporanei. Così come nella musica di tradizione orale ogni canto ed ogni suono si manifestano all’interno di un rito, ciascun brano del concerto è legato a una specifica funzione – dalla ninna nanna al canto di protesta, dal lamento allo scongiuro.
Ma Davide è rimasto sul palco anche per il secondo spettacolo, assieme I Scunchiuruti, la band proveniente dall’Aspromonte meridionale, dal piccolo villaggio di Cataforio. Nove elementi con strumenti della tradizione popolare: chitarra battente, lira, organetto, zampogna, tamburello… Un repertorio di “sonate a ballo”, di canti tradizionali, passando per la canzone folk “da bancarella”. Una”Tubbiana” (cassa, tamburo e piatti) dai ritmi travolgenti che accompagna il tutto. Otto “scunchiuruti” nel senso “catafuroto” del termine, di persona sconclusionata, che non riesce a trarre le dovute conclusioni; una banda lontana dalle logiche da palcoscenico e nostalgici tentativi di riproposta. Nessun musicista ma otto “sonaturi” non per assistere ad uno spettacolo, ma per la semplice voglia di fare festa e di ballare.
I componenti della band: Francesco Scopelliti – lira calabrese, voce, chitarra Carmelo Gelsomino – voce, flauto di corteccia, chitarra Davide Ambrogio – chitarre Marco Bruno – chitarra battente Danilo Scopelliti – percussioni Demetrio Bruno – grancassa, tamburi Piero Crucitti – organetto due bassi, organetto otto bassi, fischiotti Giuseppe Sismo – chitarra, cimbali Mario D’Amico – tamburello.
IL PROGRAMMA DI OGGI E DOMANI
Giovedì 31 agosto, alle 23 – dopo l’esibizione dei corsisti – sul palco del Tarantella Power i “Folìa”, gruppo fondato a metà degli anni ‘90 da Mimmo Cavallaro, Bruno Giurato, Fabio Macagnino, Daniele Mangiola, Domenico Miriello, sono il gruppo che ha dato origine alla riscoperta della musica popolare nella Locride.
Venerdì 1 settembre, alle 22, conosceremo “Al-Qasar” un progetto nato nel quartiere Barbès di Parigi, dall’intuizione di Thomas Attar Bellier. I musicisti provengono da Francia, Libano, Marocco, Algeria, Egitto e Stati Uniti, dando vita ad un mix esplosivo di fuzz arabo, psichedelia globale e musica trance nordafricana.