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Reggina, Taibi deluso racconta la sua verità: “Non c’è stato nessuno che ci spiegasse cosa stava succedendo”

Massimo Taibi a Sportitalia ha raccontato la sua verità sulla situazione societaria e finanziaria della Reggina

di Filippo Francesco Idone

La Reggina non potrà giocare in Serie B in questa stagione. Dopo i rigetti del Coni, Tar del Lazio e COVISOC anche il Consiglio di Stato ha bocciato la tesi difensava della squadra amaranto. Adesso bisognerà velocizzare la pratica per potersi iscrivere al prossimo campionato di Serie D in sovrannumero con l’ipotesi di inserimento nel Girone I. I termini scadranno il 10 settembre e l’amministrazione della Città di Reggio Calabria ha quindi poco tempo per trovare una quadra a questa spinosa situazione.

A Sportitalia, Massimo Taibi ha parlato della situazione della Reggina svelando dei dettagli di mercato: “Fa male perché credevamo nel progetto e abbiamo fatto quadrato con Pippo Inzaghi. Abbiamo vissuto momenti brutti da maggio e ci siamo fatti forza. Avevo fatto degli acquisti e non volevamo cambiare direzione. Avevo venduto anche Rivas, Majer e Di Chiara per fare cassa. Purtroppo è andata come andata. Io ho dato la mia disponibilità, ma se ci sono persone più esperte di me, tiferò da casa per la Reggina. Chi prenderà la squadra dovrà fare mercato e spero che ci sia una proroga. Ho rifiutato diverse opzioni per restare a Reggio Calabria e se mi chiamassero sono subito pronto”.

Sulla situazione creata da Saladini, il direttore sportivo ha raccontato che: Qualche errore è stato fatto ed è stato malconsigliato. Quello che abbiamo vissuto è un qualcosa di irreale. Grazie a Sapienza ci siamo chiusi, ma non c’è stato nessuno che ci spiegasse cosa stava succedendo. A me dispiace e voglio capire cosa sia successo. Io ho parlato con Saladini e per me ha fatto degli errori e detto mille volte di seguire la strada che gli ho consigliato. Ma non posso avercela con lui dopo che ha speso i soldi. Sicuramente è il responsabile, ma c’è stato un accanimento nei confronti della Reggina. Io speravo e non mi sono permesso di scappare e sento Reggio Calabria come casa mia”. 

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