“Il voto unanime che ha approvato la “Mozione sull’età del consenso sessuale” in Consiglio Regionale il 25 luglio scorso, è senza dubbio un atto politico e sociale la cui importanza planetaria la si comprenderà pienamente il giorno in cui approderà come Disegno di Legge in Parlamento, giacché mi consta che a breve così sarà”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, nel tirare le somme di un anno di lavoro, il primo del suo secondo mandato.
“L’Italia è il Paese con la soglia del consenso sessuale più bassa d’Europa, comunque del mondo occidentale – continua Marziale – e la massima Assemblea regionale calabrese si è posta il problema, stimolata dal Garante, trovando nel capogruppo di FdI, Giuseppe Neri, primo firmatario, la dovuta ed attenta sensibilità, e nel presidente del Consiglio, Filippo Mancuso, la determinazione a non perdere tempo. E a non perdere tempo sono stati tutti i consiglieri regionali indistintamente, che hanno deciso di assumere tale responsabilità superando qualsiasi eventuale ostacolo ideologico pur di porsi dalla parte dei bambini. L’obiettivo è sensibilizzare il Parlamento ad innalzare il limite anagrafico dagli attuali 14 almeno a 16 anni. La legislazione attuale rasenta la pedofilia e bisogna dirlo coraggiosamente ad alta voce”.
“La mozione è stata notificata a tutti i deputati e senatori della Repubblica Italiana e sta per arrivare ai parlamentari europei ed agli ambasciatori ONU– rende noto il Garante – perché è inaccettabile il processo di adultizzazione precoce che, sotto mentite spoglie subculturali, galoppa deturpando i tempi dell’infanzia. Quattordici anni sono più vicini all’infanzia che all’adolescenza. La presidente della Commissione Pari Opportunità calabrese, Anna De Gaio, l’ha ratificata insieme alle commissarie e l’ha portata al tavolo della loro Conferenza nazionale. Io ho chiesto all’Autorità Garante nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, Carla Garlatti, di inserirla all’ordine del giorno della prossima Conferenza nazionale dei miei omologhi regionali e delle province autonome. L’approdo in Parlamento non potrà che trovare alleato un Paese in cui la volontà di pochi non può sovrastare la determinazione dei più a riconoscere il tempo dell’infanzia e dell’adolescenza quale diritto inalienabile”. “Ovviamente – conclude Marziale – durante l’anno è stato fatto tantissimo altro, di cui darò come al solito e come legge prevede ampia divulgazione nella relazione annuale, la cui data concorderemo insieme al presidente Mancuso”.