Opererà con un sistema integrato di navigazione che consente di visualizzare in 3D le manovre chirurgiche, riducendo drasticamente il margine d’errore. L’Università della Calabria, dopo il robot Da Vinci, condivide con l’Azienda ospedaliera di Cosenza un altro importante strumento, dalla tecnologia avanzata, per migliorare le pratiche chirurgiche e promuovere la medicina personalizzata e di precisione. Uno strumento di avanguardia, in linea con il carattere innovativo del corso di laurea in Medicina e Tecnologie digitali, che punta sulle nuove tecnologie per la medicina. Si tratta del braccio robotico e di un apparato di imaging intraoperatorio 2D/3D che sono stati installati e collaudati oggi (26 gennaio 2023) presso l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, tra i soli tre presenti al Sud, insieme a Napoli e Catania.
La strumentazione, acquistata dall’ateneo nell’ambito di un progetto Pnrr che si è aggiudicato, ha un costo di oltre 1 milione di euro ed è stata messa a disposizione dell’Annunziata, con la stipula di un accordo tra ateneo e Azienda ospedaliera firmato dal rettore Nicola Leone e dal commissario Vitaliano De Salazar, per attività di ricerca, formazione e assistenza. Questa tecnologia permette di operare con una precisione elevata rispondendo alle impostazioni pre-operatorie programmate dallo specialista neurochirurgo. Un sistema integrato di navigazione consente di visualizzare in tempo reale le manovre chirurgiche, riducendo drasticamente il margine d’errore.
Il sistema, composto da un braccio articolato, è collegato ad un software di navigazione mediante l’acquisizione delle immagini attraverso microscopi di ultima generazione che consentono la visualizzazione sulle aree di intervento. Il chirurgo, in questo modo, può raggiungere un livello di precisione molto elevato, con una pianificazione delle traiettorie ad oggi non realizzabile. Il robot può essere impiegato per chirurgia spinale e cerebrale anche di natura oncologica e per patologia quali: aneurismi cerebrali, traumi cranici, ernie del disco, fratture vertebrali e diverse malattie del sistema nervoso centrale. Gli interventi vengono eseguiti con incisioni minime e conseguente riduzione del dolore e della degenza post-operatoria. Pertanto, la ripresa delle attività quotidiane sarà sensibilmente velocizzata.
“Abbiamo inserito un ulteriore, importante tassello nel progetto Unical per la sanità – ha commentato il rettore Nicola Leone – che è un esempio tangibile di come la collaborazione tra istituzioni accademiche e ospedaliere possa portare a risultati significativi nel settore della salute. Così come sta già accadendo per il sistema robotico Da Vinci, il più evoluto per la chirurgia mininvasiva, che sta già operando in diversi tipi di patologie, oggi con l’arrivo della nuova strumentazione offriamo un ulteriore strumento nell’innovazione medica e nella pratica clinica”.
La notizia arriva a pochi giorni dall’insediamento dei quattro nuovi docenti medici, tre dei quali sono andati a ricoprire il ruolo di direttore di Unità operativa complessa rispettivamente di Oncologia, Cardiologia e Nefrologia, dialisi e trapianti. “Compiamo così – ha concluso il Rettore – un ulteriore passo avanti nella collaborazione tra istituzione pubblica e il settore sanitario, per sviluppare soluzioni che vadano in soccorso di una sanità purtroppo ancora molto fragile, e contrastino il fenomeno della migrazione sanitaria, che tanto costa in termini economici e di disagi e sofferenza agli ammalati e alle loro famiglie”.