Fosse solo una fredda questione di cifre, paradossalmente, sarebbe tutto più semplice: 14 su 14, 14 volte sul tabellone punteggio ad indicare invariabilmente due numeri, 3-0 ed una tintura, quella amaranto. Perché, sì, il finale delle partite Domotek Volley Reggio Calabria è scritto con gli stessi caratteri dalla sera del 7 ottobre, prima giornata, viaggio a Bisignano. Da allora il canovaccio è rimasto identico a sé stesso, ma proprio per rendere merito alle fredde cifre è cosa buona e giusta riporle con delicatezza ed elevarsi per guardarle dall’alto. Capire così che esse si trovano solo scendendo a valle dal punto apicale di una mentalità, di un sistema di pensiero incisi sin dal principio e dai principi caldeggiati dalla società. Uno stampo plasmato dal fondatore e coach Polimeni, dal direttore generale Martino, dal team manager Corso e forgiato, tutte le sante volte in cui scendono in campo, da giocatori che non aspettavano altro: veterani e reclute, marpioni autoctoni ed ultimi arrivati in Calabria. Tutti stretti, in modo istintivo, con lo sguardo puntato verso un unico limite, verso una sola prospettiva. Attributi e caratteristiche piazzati sul terreno di gioco anche in occasione del match di sabato pomeriggio: sul fronte avverso della rete il sestetto della Re Borbone Palermo.
I siciliani, come testimoniato dalle dichiarazioni della vigilia, sapevano chi e cosa avrebbero incontrato una volta superate le acque dello Stretto. Nei borsoni realismo e consapevolezza, apprezzamento nei confronti del team reggino e mente sgombra, il tutto bagnato da una ammirevole qualità tecnica e tattica. In fondo, la carrozza della Serie B è arrivata alla terza giornata di ritorno e di segreti o incertezze non se incrociano durante il viaggio: i valori sono ormai delineati dettagliatamente. Da una parte la capolista sempre insuperata e tra un mese a Campobasso dove ad attenderla ci sarà il faccia a faccia con il primo trofeo stagionale, la nobiltà delle Final Four di Coppa Italia, dall’altra la formazione isolana già intenta a non fallire i prossimi appuntamenti, quelli alla portata, quelli che permetteranno di salire sulla balconata con vista salvezza. Ne è venuta fuori una gara godibile, anche grazie alla valida compattezza difensiva degli isolani che ha generato scambi prolungati ed incerti. Nel primo set è andato in scena il campionario apparecchiato da mister Polimeni: una fusione a regola d’arte in cui a brillare sono state le gemme creative di Schifilliti, le stilettate in sospensione di Picardo e le stoccate di Laganà che, preso possesso dell’aria sul parquet del PalaCalafiore, ha instradato il parziale verso casa (25-18) nonostante i due time out di cui si è avvalso coach Ferro per invertire il senso del confronto. Nella battute iniziali della seconda frazione si è concretizzato il valore espresso dalla Re Borbone montata sulla giostra del punteggio (4-9) da cui la Domotek Volley Reggio Calabria l’ha fatta scendere subito dopo la sospensione ricercata da coach Polimeni. Una striscia di otto punti consecutivi e set capovolto in men che non si dica (12-9). Boscaini, librando con leggerezza inversamente proporzionale alla potenza palesata, ha investito di palloni la metà campo avversaria, mentre a suonare la campanella dell’ultimo giro (25-19) è stato, da par suo, Capitan Laganà. Nel terzo spezzone della sfida la traccia è apparsa subito segnata dalla armonia e dalla linearità del gioco programmato dalla guida tecnica amaranto e la sola incombenza rimaneva, dunque, quella di fissare il risultato definitivo: 25-15 per il quattordicesimo 3-0 che porta inciso il nome della Domotek Volley Reggio Calabria.