“La decisione del Consiglio dei ministri di sciogliere il Consiglio comunale di Tropea per presunte infiltrazioni mafiose apre una serie di interrogativi sulle ricadute del destino di questo borgo prestigioso che negli anni aveva conquistato uno spazio culturale ed economico importante, ben oltre i confini della Calabria. E non solo. Ancora una volta ci chiediamo se ha ancora senso attuare una legge, quella sulle Misure urgenti per lo scioglimento dei consigli comunali e provinciali e degli organi di altri enti locali, risalente al 1991 che spesso negli ultimi anni ha dimostrato tutta la propria inadeguatezza”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia, Enzo Scalese.
“Ce lo chiediamo mentre restiamo in attesa di conoscere le motivazioni che hanno indotto il governo a procedere allo scioglimento e nel contempo – dice ancora Scalese – non possiamo non partire da una dolente considerazione: negli anni Tropea ha incassato traguardi e riconoscimenti, come quello di Borgo dei Borghi 202. Questa decisione finirà per determinare delle ricadute negative sull’immagine e sull’economia della filiera turistica di tutta la regione. Una decisione che arriva, per come previsto dalla legge, in assenza di una sentenza del giudice, senza alcuna possibilità di contraddittorio tra la commissione di accesso e gli amministratori”.
“A 30 anni dall’entrata in vigore, la legge va modificata. Se l’applicazione della normativa, non ha escluso negli anni che un Comune sciolto per infiltrazione mafiosa fosse nuovamente oggetto di provvedimenti analoghi – afferma il segretario generale della Cgil Area Vasta -, questo non significa che la legge non assicura le condizioni per la bonifica dell’attività amministrativa in quel comune, in maniera efficace? Basterebbe solo questo dato per intervenire”.
“In chiusura mettiamo la riflessione su un altro dato non trascurabile: a Tropea lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Consiglio comunale è arrivato alla vigilia della tornata elettorale amministrativa – conclude Scalese –. Ma a giugno sono chiamati al voto anche i comuni di Mileto e Nicotera, sottoposti ad accesso antimafia da parte della Prefettura. Questo significa che anche sul loro futuro incombe il rischio di uno scioglimento da parte del governo nazionale su proposta del ministro dell’Interno, decisione che potrebbe arrivare da parte del Cdm anche prima del voto nel caso di Nicotera o subito dopo il voto nel caso di Mileto“.