Un applauso interminabile rivolto ai due attori e al velo di una sposa mancata, di un amore mai vissuto e negato forse per sempre. Si è concluso così “Antigone – Il Sogno della farfalla” che sabato 27 aprile ha inaugurato la VI edizione del Balenando in Burrasca – Le miti al foyer del teatro Cilea. Lo spettacolo, targato Officine Jonike Arti, scritto dalla compianta Donatella Venuti, per la regia di Americo Melchionda, è tratto dal romanzo della filosofa spagnola Maria Zambrano in esilio per oltre 40 anni durante la dittatura franchista, ed è stato interpretato da Maria Milasi e dallo stesso Melchionda.
Una Milasi eccezionale ha fatto immergere gli spettatori dentro il dramma dell’eroina sofoclea: sorella, figlia e soprattutto donna con le sue complessità, simbolo del conflitto tra la legge degli uomini e quella divina, Antigone vestita con un logoro abito da sposa, rimpiange i fratelli, ripudia Creonte, ama e al contempo si dispera per il peccato della madre e del padre, per la vita che non ha avuto il diritto di vivere. Sospesa tra la vita e la morte, vuole dimenticare, ingurgitando pillole che bloccano l’enzima della memoria, ma le ombre della sua storia tornano a trovarla. Le allucinazioni si materializzano, prima solo voci e poi vere e proprie presenze, rappresentate da un versatile Americo Melchionda che veste i panni dell’Arpia che tenta di insinuarsi nella testa di Antigone e poi quelli di Polinice ed Eteocle, in un dualismo irrisolto.
In uno spazio illuminato da una luce fioca, nella prigione in cui si trova rinchiusa Antigone continua a manifestare la sua fermezza, il suo coraggio, diventando la voce di tutte le donne che lottano contro l’abuso del potere, contro le prevaricazioni, la violenza, soprattutto quella della guerra, in un messaggio purtroppo quanto mai attuale. Il Balenando in Burrasca Festival VI Edizione – Le Miti è organizzato dall’associazione Adexo con il sostegno dei fondi 8×1000 della Chiesa Valdese