Ci sono club che vincono e, una volta smaltita la legittima soddisfazione per un brillante risultato conseguito, ripartono di slancio sulle ali dell’entusiasmo soffiato dal vento di quel successo. La Domotek Volley Reggio Calabria no, nella Domotek Volley Reggio Calabria non è prevista la cesura tra passato e futuro, con il presente a fare da testimone di entrambi. Nella Domotek Volley Reggio Calabria le vittorie, anche quelle prestigiose, anche quelle in grado di imprimere una svolta al corso degli eventi, sono un filo unico ed unito. Il fine stagione di una si sovrappone alla perfezione con il principio di quella successiva: entrambe portano il marchio di qualità dell’ambizione che non costruisce recinti attorno a sé. Sabato 8 giugno la porta della Serie A3 presa a spallate, nemmeno una settimana di intervallo ed è tempo di presentazioni di ciò che verrà perché la Domotek Volley è, prima di tutto, programmazione dettagliata con il binocolo che scruta l’orizzonte fisso sulla prossima montagna da scalare di cui ammirare con attenzione la vetta e di cui conoscere con premura tornanti e potenziali ostacoli. Per farlo il club amaranto ha individuato nella tessera del direttore sportivo la prima, altre ne seguiranno a partire dal direttore tecnico preannunciato da Antonio Polimeni, da incastrare nel mosaico smagliante ed una figura che meglio rispecchiava ideali e principi del sodalizio reggino non poteva essere coinvolta: Cesare Pellegrino, ossia il volley.
Decenni riempiti da schiacciate sopra le reti dell’élite, il pieno di Serie A e la maglia azzurra a cesellare di lustro una carriera intinta nelle soddisfazioni. Poi la panchina, ad insegnare volley, a spiegare come si fa, a rivelare da quali caratteristiche, tecniche ed umane, non si può prescindere. Ora, con la Domotek Volley che ha ottenuto la residenza nei piani alti, il momento giusto per svestire i panni di coach e mettere addosso quelli di direttore sportivo. Direttore sportivo di campo e da campo, perché Pellegrino adora stare a contatto con i giocatori, seguirne le evoluzioni, esplorarne i comportamenti, studiare le dinamiche individuali e dello spogliatoio: il modo migliore per capire cosa serve per costruire una squadra armonica. “Equilibrato e con la fame di migliorarsi sempre: è questo – rivela il neo ds – il roster che stiamo costruendo in simbiosi con la società. Con Antonio Polimeni il legame profondo e la stima hanno radici antiche, abbiamo già lavorato assieme e di lui apprezzo sia la voglia continua di progredire sia il lato umano, quello che per me conta parecchio di più”.
Il nuovo dirigente della Domotek Volley Reggio Calabria scende poi nello specifico di questo passaggio importante della sua vita professionale: “Quando ho finito il campionato in cui ero impegnato ci siamo parlati. Capendo al volo che le prospettive per ben operare erano di ottima fattura ho deciso di accogliere con responsabilità la proposta. A convincermi è stata la constatazione di quanto bene fosse strutturata l’organizzazione societaria. Avendo avuto l’opportunità, negli anni, di conoscere da vicino, tante realtà, nutro nel profondo una certezza: quanto avviene in campo è lo specchio di una società, quanto accade in campo è diretta conseguenza della bontà del lavoro di una società. Sebbene sia sul proscenio da meno di un anno, quella reggina, un mix di competenza e passione, ha bruciato le tappe crescendo con rapidità. Rendendomi conto da vicino di come fosse impostata, di come ognuno sappia cosa fare e quale sia il suo ruolo; prendendo felicemente coscienza del modo in cui sono stato accolto, non ho avuto dubbi di sorta”. Il direttore sportivo, da uomo di volley per definizione, nel corso dell’annata sportiva appena chiusa dalla squadra amaranto con il sontuoso risultato della promozione in A3, ne ha seguito le gesta assistendo anche alle gare dei playoff. Le idee su quale sia stato il percorso della formazione dominatrice del girone I della Serie B sono chiarissime: “La gestione del gruppo è, per un allenatore, la parte più difficile del suo lavoro, ma Antonio Polimeni è stato in gamba fin dal precampionato quando ha deciso di affidarsi, con intelligenza, a giocatori validi che già conosceva. Una persona ambiziosa a cui piace la sfida, quella difficile, quella ardua”.
Ambizione, un concetto caro a Cesare Pellegrino e che ha ritrovato confrontandosi con i vertici del club, dialogando con il direttore generale Marco Tullio Martino: “Tutti sono centrati e concentrati, ciascuno si muove animato dall’idea fissa di progredire costantemente, di perfezionarsi, di ottenere il meglio. Rientro in un contesto di Serie A, un ambiente di cui conosco tanti giocatori ed allenatori. Il livello del torneo sarà elevato, due i gironi a comporlo, e questo nuovo ruolo mi stimola tantissimo. Sono impegnato al massimo studiando una mole enorme di video, ma non mi bastano gli highlights, voglio vedere il giocatore sotto stress in campo. Obiettivo primario un posto 4 che attacchi su palla alta. Nei college statunitensi lavorano molto bene ed i giocatori sono prestanti come nei Paesi dell’Est dove, per di più, persiste una tradizione notevole nel sapiente ammaestramento sui fondamentali di base. Inoltre, altro passaggio di rilievo, mi sto interfacciando con la Lega. Voglio sfruttare al meglio questa opportunità e dare tutto per la mia città che, dopo 38 anni, grazie a questo club, ha riscoperto la Serie A nel volley maschile”.
Dalla lunga esperienza accumulata in panchina ha raccolto il meglio imparando tantissimo anche dalla guida di squadre femminili. Un bagaglio di esperienza che lo colloca nella posizione ideale per esprimere un giudizio anche sul recente finale di campionato culminato con il balzo nella categoria superiore: “Bravi, sono stati bravi a recepire gli stimoli provenienti da società e staff, salendo di ritmo nel momento decisivo e mantenendolo pari a quello delle forti squadre pugliesi, superandole nettamente proprio quando serviva per rendere maestosa la stagione”. I pensieri hanno una direzione precisa: “Stiamo lavorando con Antonio sulla base della squadra che ha vinto la Serie B”. A domanda specifica direttore sportivo e coach non si sono nascosti dietro un dito: “Lo straniero che arriverà deve fare la differenza. Sarà un attaccante, un laterale”.
Carattere pacato ma deciso, con un’impronta orientata ad una mentalità risolutamente professionale: “L’approdo su un gradino più alto richiede che la disciplina occupi uno spazio importante. L’armonia nello spogliatoio è un quid indispensabile. Chi ne farà parte si deve assumere le proprie responsabilità mantenendo un comportamento irreprensibile. La serietà è indispensabile per giocare ad un certo livello. Ogni vittoria è frutto di sudore e sacrificio, oltre che delle abilità da mostrare sul campo. La pallavolo è uno sport molto tecnico. Sono fissato sui fondamentali”.
Il mix è questo: ostinazione nel lavoro e qualità tecniche: parola di Cesare Pellegrino, il direttore sportivo ideale di una realtà sportiva che, mantenendo fede agli obiettivi prefissati al momento della nascita, ha dimostrato, risultati alla mano, di essere nelle condizioni di custodire sogni di spessore. L’habitat naturale per un personaggio di prestigio, pacato e saldo, come il fresco direttore sportivo che, infatti, chiosa: “Viviamo lo sport inseguendo le stesse mete, credendo negli stessi ideali”.