Il mercato di riparazione della scorsa stagione si può senza dubbio considerare come negativo per una Viola che, da febbraio, aveva inserito quattro giocatori sia per sostituire giocatori infortunati sia per elevare il livello di rendimento di un gruppo che ha sofferto nella fase ad orologio.
Quest’anno, il direttore sportivo Meduri ha deciso di intervenire a metà novembre: se ne sono andati Ani e Paulinus, è arrivato il talento reggino dal nome Marco Laganà.
Fino a questo momento, l’operazione si può considerare perfettamente riuscita; la Redel ha cambiato marcia vincendo cinque gare su sei fra le cui tre scontri diretti.
L’unico stop è quello in casa del Matera maturato soltanto nei possessi finali e con qualche episodio che ha agevolato la squadra lucana come i quattro canestri da tre punti realizzati con l’aiuto del tabellone.
Anche i numeri in attacco ed in difesa sono decisamente cambiati: in queste sei gare, la formazione allenata da Giulio Cadeo ha realizzato 81 punti a gara con il picco di 96 nella sfida con il Ragusa e ne ha subiti 66 con uno scarto medio, dunque, di oltre quindici punti a partita.
E’ vero che la rotazione è scesa da dieci a nove uomini, ma tutto il gruppo sembra aver trovato una serenità sia dentro che fuori dal parquet e che tutte le componenti stanno parlando lo stesso linguaggio tecnico.
Ani e Paulinus sono due ottimi giocatori ma forse un po’ troppo istintivi che probabilmente non si sono integrati con gente come Maresca, Marini, Laquintana e compagnia che giocano invece un basket ragionato e molto tecnico.
Laganà è arrivato con tante motivazioni e lo ha dimostrato sin dalla prima uscita prendendosi spazio e responsabilità e, soprattutto, offrendo allo staff tecnico una pedina capace di ricoprire quattro posizioni giocando anche come ala forte in un quintetto difficile da marcare.
La Viola adesso viaggia a mille ed ha agganciato il secondo posto in classifica; l’obiettivo è riprendere la marcia dopo la sosta che vedrà i neroarancio chiudere il girone d’andata giocando in trasferta a Bari ed ospitando la domenica successiva i cugini calabresi del Catanzaro.