“Le polemiche sul decreto legge relativo ai Rave party hanno completamente omesso il dato di Viterbo 2021, allorquando proprio durante un rave morirono tre persone, furono ricoverate decine di persone in coma etilico o in condizioni di overdose e accaddero altre cose molto gravi”. Lo afferma, in una nota, Alfredo Antoniozzi, deputato di Fratelli d’Italia. “Abbandonando il discorso relativo al decreto, che potrà certamente essere migliorato in sede di conversione parlamentare – aggiunge Antoniozzi – voglio parlare di un problema che è sotto gli occhi di tutti e che è stato incredibilmente sottovalutato nell’ultimo decennio. C’è una diffusione delle droghe tra i giovani agghiacciante e del tutto simile ai tragici anni ottanta. La differenza con allora è che all’epoca i ragazzi morivano sulle panchine per l’eroina, mentre oggi muoiono nel silenzio o, dai 40 anni in su, per sospetti infarti dovuti quasi sempre al consumo di cocaina. I nostri giovani, e anche quelli più maturi, consumano stupefacenti di ogni genere. Alcuni sono facilmente reperibili su internet, altri hanno prezzi accessibili al punto che, a differenza di 40 anni fa, non c’è più bisogno di delinquere per procurarsele”.
“So bene che il mercato della droga – sostiene ancora il parlamentare di Fdi – è la miniera d’oro delle mafie ma non per questo condivido le teorie antiproibizioniste. Laddove le droghe sono state liberalizzate non è diminuita in nessun modo la dipendenza. È stato semplicemente reso più facile l’accesso all’approvvigionamento. Le comunità dì recupero, che fanno uno straordinario lavoro, devono poter cambiare il loro approccio, diventando parte attiva nella comunità, sapendo che l’utenza è cambiata. A Cosenza, tanto per fare un esempio, negli anni ottanta sono nate esperienze straordinarie, molte generate dal mondo cattolico. Il Delfino, Regina Pacis di don Dante Bruno, ma anche la coraggiosa iniziativa del compianto Salvatore Frasca che, da sindaco di Cassano, requisì i terreni dei mafiosi per far nascere una comunità terapeutica. Con queste persone voglio confrontarmi per preparare un disegno di legge sulla questione droga che possa prevedere gli strumenti moderni migliori per contrastare e prevenire e, nel contempo, inasprire le pene per chi trae lucro dal mercato della morte”.
“Sarà un lavoro -prosegue ancora il deputato – che avrà bisogno del contributo di ogni segmento della società. Dovremo chiedere, nell’ambito di una lotta a 360 gradi alle dipendenze, maggiori risorse, con accordi tra la conferenza Stato Regioni. Dovremo rilanciare i Serd e Sert. Insomma, dovremo lavorare. E chiederemo il sostegno delle famiglie, della Scuola, delle parrocchie , dei centri laici. Il nemico è forte e sì è nutrito di un’indifferenza che dobbiamo abbandonare. Perché la droga è morte e ha lasciato sulla sua strada troppe vittime“. (ANSA).