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Reggio Calabria accoglie la Rise Above: 89 migranti tra cui 43 minori tratti in salvo

89 migranti di varia nazionalità sono giunti a Reggio Calabria e sono stati trasferiti nella palestra della scuola Boccioni di Gallico

di Filippo Francesco Idone
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89 migranti di varia nazionalità provenienti dall’Africa, tra cui 19 donne, 43 minori di cui 8 di età inferiore a 7 anni e 3 di pochi mesi di vita, sono stati a bordo della nave Rise Above controllati dalla ONG Mission Lifeline. L’imbarcazione è stata monitorata costantemente dalle autorità portuali ed è stata ferma per diversi giorni davanti alle coste della Sicilia orientale. Inizialmente è stato disposto il divieto di sbarco, ma dopo numerosi incontri, le autorità hanno deciso di far sbarcare tutti i membri della nave nel porto di Reggio Calabria. (ANSA).

L’arrivo della nave nel tratto predisposto, scortata da 2 motovedette della Guardia di Finanza e della Capitaria di Porto, è stato lungo a causa dei vari iter procedurali applicati e le operazioni di sbarco sono cominciate alle ore 7.30 del mattino. Appena giunti a terra, tutti i migranti sono stati trasferiti nella palestra della scuola Boccioni di Gallico, struttura adibita ad accogliere le persone in attesa che vengano trasferiti secondo i riparti stabiliti dal ministero degli Interni. Nessun giornalista ha potuto parlare con l’equipaggio della nave Rise Above gestita dalla ONG Mission Lifelive. Mentre le persone giunte a terra hanno ricevuto gli immeditati soccorsi, i membri dell’equipaggio sono ancora all’interno della nave in attesa di scendere secondo le normative portuali. (ANSA).

Gli 89 migranti, tra cui una quarantina di minori e otto bambini in tenera età, salvati dalla nave Rise Above e sbarcati in mattinata a Reggio Calabria, sono scesi a terra perché l’intervento dell’imbarcazione della Ong tedesca Mission Lifeline è considerato un evento Sar a differenza della situazione delle altre due navi Geo Barents e Humanity one ferme a Catania. E’ quanto si è potuto apprendere a Reggio Calabria dalle autorità presenti all’atto dello sbarco dei naufraghi. L’acronimo Sar deriva dal termine inglese search and rescue e indica un insieme di operazioni di salvataggio, in questo caso navali, mirate alla salvaguardia della vita umana in particolari situazioni di pericolo. (ANSA).

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