Il timore che quanto accaduto a Ischia si verifichi anche in Calabria è conclamato dal dossier “Città Clima 2022” che attraverso le parole di Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, ha denunciato quanto la logica dei condoni nel tentativo di porre rimedio a un abusivismo edilizio esasperato, minacci la sicurezza di un territorio a già comprovato rischio idrogeologico.
E con una crisi climatica che manifesta tutta la sua irruenza con precipitazioni torrenziali, gli ottantadue eventi estremi che dal 2010 hanno colpito la nostra regione, dovrebbero indurre a una seria discussione sulla messa in sicurezza delle persone, di scuole e ospedali, da sempre infrastrutture maggiormente sensibili e trascurate.
Nonostante i dispendiosi interventi, lo scenario resta allarmante e poco limpido: su quattrocentoquattro, solo quindici amministrazioni comunali hanno fornito un’adeguata risposta al questionario redatto da Legambiente. Nel nostro Paese sembra si tenda a impiegare maggiori risorse per riparare i danni piuttosto che destinare i fondi a un’opportuna prevenzione.
“Abbatti l’abuso”, dossier sulle demolizioni edilizie, ha consegnato inoltre un quadro sconfortante sulla difficoltà dei Comuni di tutta Italia nell’abbattimento di scheletri di cemento. A riprova di questo dato, in Calabria è stato eseguito solo l’11,2 per cento su 1.192 ordinanze di demolizione emesse.
Le anse dei fiumi così come i piedi dei pendii non sono luoghi naturalmente destinati alla fabbricazione, costretti invece a obbedire a un profitto scellerato di imprenditori che invece di proteggere le aree fragili ci costruisce una casa.
Si confida nell’avvedutezza dei nostri amministratori ma ancor prima nella coscienza sociale di quanti sono coinvolti a vario titolo nel settore edilizio.