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Tra Calabria e Sicilia una storia infinita

Se non dovesse esser chiaro, l'agenda del nuovo governo ha in mente il Ponte sullo Stretto

di Helena Pedone

Continuano a non convergere le opinioni riguardanti la costruzione del Ponte sullo Stretto, recentemente riesumato dal ministro delle Infrastrutture Salvini; ministro anche della mobilità sociale che, considerata la pervasività delle sue dichiarazioni, pare potersi realizzare innanzitutto attraverso il tanto sospirato collegamento.
Innegabile il fascino di certe mulattiere in quanto espressione di una tradizione sempre viva; della tratta ferroviaria jonica, cerniera panoramica tra mare e montagna ma altrettanto inconfutabile è la necessità di un ammodernamento che getti luce sulla sicura percorribilità delle strade. A proposito di luce: intermittente è l’illuminazione della statale che collegando Reggio a Taranto per lunghi tratti non offre la visibilità adeguata. Eludere una questione per anteporne altre ha a che fare con i disagi di coloro che la Calabria la abitano; non è la ritrosia di chi non sa pensare in grande ma l’accortezza di chi osserva il quotidiano, più vicino e piccolo.
Il comitato Ponte Subito sostiene che l’opera, inserita nelle reti transeuropee dei trasporti a favore del mercato unico, garantisca la libera circolazione di merci e persone, e con esse indiscussa crescita economica. Prudente il sindaco facente funzione Carmelo Versace che ritiene il Ponte valore aggiunto solo se preceduto da opere che sul territorio attendono una ridefinizione da tempo: oltre alla tristemente nota 106 include la Pedemontana e il porto di Gioia Tauro.
Al parere contrario del geologo Tozzi, che teme gli esiti disastrosi su due terre dalla natura ballerina, si oppone quello entusiasta del professore Michele Limosani, docente del Dipartimento di Economia dell’ateneo peloritano che reputa il Ponte, in barba a Tozzi, un esempio di sostenibilità ambientale e al tempo stesso un volano per nuovi investimenti e capitali. Suo collega l’economista Guido Signorino ribatte che l’impatto dei lavori sul tessuto urbano sarebbe costosissimo: non solo sul piano finanziario ma anche dal punto di vista energetico per il difficile reperimento di materie prime.
Adina Valean, commissario europeo ai trasporti, incontrando il Ministro Salvini, si è pronunciata favorevolmente: il progetto rappresenta tramite nevralgico per collegare il corridoio europeo Scandinavo Mediterraneo, non prima però di aver considerato con scrupolosità ipotesi costruttive e evidenti criticità perché il progetto deve essere solido. C’è da rallegrarsi.
Siano rassicurati dalle parole di Salvini gli animalisti insorti: gli uccelli non sbatteranno. Mica sono scemi.

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