La storia di molte band, soprattutto quelle inglesi è caratterizzata da abbandoni o acredini mai sopite che a volte si trasformano in vere e proprie faide. Potremmo tornare indietro addirittura ai Beatles o agli Stones, e nel caso della band del duo Jagger/Richards ci scappò anche il morto. Nei Beatles il dualismo Lennon/McCartney non poteva sopportare l’intromissione “Harrisoniana”. Eppure molti dei brani di George, composti durante gli sgoccioli della carriera beatlesiana sarebbero finiti in “All things must pass”, un album che surclassò di gran lunga moltissimi lavori solisti sia di Lennon che di McCartney. Negli anni 90’ poi nel turbinio della scena Britpop, come dimenticare la faida dei fratelli Gallagher, che tutt’ora si protrae, sfornando nel frattempo grandi album sia come band che come solisti: ultimamente Liam, il più piccolo dei due diciamocelo senza peli sulla lingua, sta facendo meglio di quello che è stato il paroliere degli Oasis, Noel. Nell’antico vizio qualche anno fa ci sono caduti anche i Kasabian, estromettendo il frontman Tom Meighan.
Il cantante originario di Leicester pur uscito in modo “consensuale” dalla band fondata insieme al chitarrista Sergio Pizzorno, (quest’ultimo di chiare origini italiane: infatti il nonno paterno era originario di Genova), ancora ha dei conti in sospeso con i suoi ex-compagni, che lui stesso ancora definisce come fratelli, ma che a suo dire hanno colto la palla al balzo per estrometterlo. Si capisce bene che le accuse hanno un destinatario ben definito, quel Sergio Pizzorno che ha condiviso con Tom anni di grandi musica e live che hanno fatto il sold out in tutto il Mondo, riportando in auge quel tanto amato brit-rock dai vaghi sapori indie. A dire dell’ex-frontman, condannato per violenza domestica nei confronti della compagna Vikki Anger e che in seguito ha scontato 200 ore di lavoro per la comunità al posto del carcere, Pizzorno meditava da molto la sua esclusione per via del suo egocentrismo, e quale causa più giusta se non quella di etichettarlo come pericolo sociale?.
Fortunatamente l’ex-cantante dei Kasabian ha fatto ammenda andando in terapia, ottenendo il perdono della compagna, che poi ha sposato, ma quel sassolino dalla scarpa ancora stenta a toglierselo. Addirittura per farlo tacere gli era stato offerto del denaro da parte della band anche prima dello scandalo che nel 2020 ha travolto Meighan, lui a quanto pare sembra non abbia accettato perché la clausola del contratto a suo dire aveva una postilla che in cambio di una retribuzione non avrebbe dovuto più parlare della band. Né la band, né Pizzorno dopo queste dichiarazioni ha ancora proferito parola, ma qualche mese fa intervistato dal quotidiano britannico Guardian, il chitarrista e ormai cantante principale dei Kasabian aveva usato parole dolci con l’ex-frontman, dicendosi ancora distrutto per la perdita ed anche per gli errori a suo dire insanabili che hanno “costretto” la band a cacciarlo via.
C’è da dire che Sergio Pizzorno è sempre stato l’antagonista principale di Tom Meighan, anche quando le cose andavano bene, è sempre stato anche il compositore principale e di certo un ruolo da comprimario o anche da co-protagonista forse non era più in grado di sopportarlo. Quello che si può dire con sicurezza però è che i Kasabian dal loro primo album omonimo, hanno rappresentato molto per i fan del brit-rock e di un certo stile anche nel vestire, che ha origine nei Mod’s nati alla fine degli anni 50’ del 900’ e che sono finiti esattamente come tanti altri “grandi”, soffocati forse più dall’egocentrismo che dal denaro. Nel frattempo Meighan è in tour con un nuovo progetto da solista, ed i Kasabian hanno sfornato un nuovo album dai toni decisamente più elettronici, intravisti anche in “48:13” del 2014. Sarà comunque un peccato non rivedere più la band nel loro nucleo iniziale, perché funzionavano e anche bene, ma chissà se sia solo l’ennesimo episodio della vicenda, oppure il loro futuro sia artistico che non, ci riserverà ulteriori sorprese.