Rita Atria nasce a Partanna nel 1974; il padre e il fratello le vengono portati via da Cosa nostra e con lo stesso coraggio della cognata che denuncia gli assassini del marito, diventa presto una collaboratrice di giustizia. Le testimonianze delle due donne saranno decisive per le indagini che ruotano attorno ai clan siciliani. Si trasferirà a Roma affidandosi alla protezione del giudice Borsellino nella cui coscienza specchiata rivede la stessa urgenza di rivalsa. Quando lui verrà ucciso sprofonderà nella solitudine e affiderà a un diario personale i suoi pensieri: c’è il desiderio di ristabilire un ordine giusto, l’invito a guardare dentro sé per stanare la meschineria più occulta prima ancora di combatterla negli altri.
Sopraffatta dal dolore si toglie la vita a diciassette anni, il 26 luglio del 1992.
Così, prende la forma di un libro, l’inchiesta dedicata a questa durissima storia: “Io sono Rita”, lavoro di Giovanna Cucè – giornalista del Tg1 – Nadia Furnari – vicepresidente nazionale dell’Associazione Antimafie Rita Atria – e Graziella Proto – fondatrice della rivista antimafia Le Siciliane/Casablanca – verrà presentato a Reggio Calabria sabato 28 gennaio alle 17.30 alla Galleria Technè Contemporary Art. A moderare l’incontro la giornalista Tiziana Barillà.