(ANSA) – ROMA, 26 GEN – Secondo il Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, Francesco Messina, “la poderosa operazione di polizia giudiziaria, oggi portata a conclusione dalla Polizia di Stato nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Roma, Palermo, Avellino, Benevento, Parma, Milano, Cuneo, L’Aquila e Perugia, ha consentito di smantellare un’agguerrita consorteria mafiosa riconducibile al “crimine” di ndrangheta vibonese, da almeno 4 anni costantemente impegnata nella massiva consumazione di diversi delitti che vanno dall’associazione mafiosa, alle estorsioni, all’intestazione fittizia di beni, alla detenzione illegale di armi, al traffico di influenze illecite e alla corruzione – questi ultimi due reati aggravati dal metodo mafioso – nonché all’associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione e al riciclaggio di macchine agricole, aggravata dalla transnazionalità, con il conseguente inquinamento dell’economia locale, finendo cosi con il condizionare la libertà economica e commerciale dell’intero tessuto sociale del litorale e delle aree prossime alla rinomata località turistica di Tropea”. “L’enorme ammontare (250 milioni di euro) del valore dei beni sottoposti a sequestro preventivo – aggiunge Messina – con provvedimento emesso su richiesta della DDA di Catanzaro – perché riconducibili alle attività illecite dell’associazione mafiosa, conferma la potenza economica di una cosca di ‘ndrangheta finalmente colpita – in adesione a una strategia di contrasto realmente efficace e incisiva perseguita dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato negli ultimi anni – anche nei suoi interessi economici oltre che militari”.
VIBO- C’è l’ex assessore regionale calabrese e imprenditore Francescantonio Stillitani, di 70 anni, così come il fratello Emanuele (68) – entrambi arrestati nell’ambito dell’operazione “Imponimento” e da poco in libertà – tra le persone arrestate nell’operazione della Polizia di Stato coordinata dalla Dda di Catanzaro. Accanto a loro anche due funzionari della Prefettura di Vibo Valentia: si tratta di Rocco Gramuglia, di 54 anni, e Michele Larobina (65 anni), quest’ultimo già coinvolto nell’indagine Rinascita-Scott. Stillitani, che in passato ha ricoperto anche la carica di sindaco di Pizzo, era tornato in libertà senza alcuna misura dopo quasi due anni di detenzione (tra carcere e domiciliari). Nei mesi scorsi gli era stata applicata la misura dell’obbligo della firma, revocata pochi giorni addietro. (ANSA).