Sembra impensabile, ma ancora, in molte culture si pratica la mutilazione dei genitali femminili. Una violenta lacerazione che avviene in mancanza di benefici medici, senza il consenso delle donne e delle ragazze che vivono questo profondo trauma fisico e psicologico.
Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della Sanità, ancora oggi, sono circa 200 milioni di donne e 3 milioni di bambine a subire questa mortificazione senza eguali, private della capacità di decidere sul loro corpo.
A dare voce a questo problema, in Calabria, si impegna la Coordinatrice Regionale Donne Cisl, Nausica Sbarra. Il dibattito portato avanti ha indagato l’arretratezza culturale, prima che politica ed economica, di tutti questi luoghi nel mondo dove la donna non gode dei diritti che nel 2023 dovrebbero essere scontati.
L’obbiettivo della Sbarra è quello di aiutare e sostenere tutte le donne i questa battaglia, di entrare in queste comunità per incidere a livello educativo e culturale. Si pensino a progetti specifici al fine di suscitare interesse per l’emancipazione di questi contesti e sostenere le vittime.
Augurandoci che in un futuro, il più possibile prossimo, nessuna donna debba essere vittima di una cultura così barbara e arretrata.