Lunedì 6 febbraio, a Ponte Cucuzza di San Luca, ha avuto luogo la commemorazione del 38° anniversario dell’eccidio del Brigadiere Carmine Tripodi, Medaglia d’oro al Valor Militare, con la resa degli onori e la deposizione di una corona presso il monumento in memoria della vittima.
Alle ore 11.00 presso la Chiesa Santa Maria della Pietà di San Luca, la funzione religiosa è stata officiata dal Cappellano Militare Don Aldo Ripepi, alla presenza delle Autorità civili, miliari e giudiziarie del distretto reggino e del circondario di Locri. A seguire, alle ore 11:45, vi è stata la deposizione di una corona presso il monumento “Brig. M.O.V.M. Carmine Tripodi” nell’omonima piazza di San Luca.
Le tre cerimonie commemorano la Medaglia d’Oro al Valor Militare, Carmine Tripodi, nato a Torre Orsaia (SA) il 14.5.1960. Arruolato nell’Arma dei Carabinieri il 14 luglio 1977, prestò servizio presso la Compagnia di Bianco, la Squadriglia Carabinieri di Motticella e dall’8 gennaio 1982 al comando della stazione Carabinieri di San Luca. Fu fortemente impegnato con determinazione e grande professionalità ad arginare l’ondata dei sequestri di persona sui crinali dell’Aspromonte riuscendo ad assicurare alla giustizia i rapitori dell’ingegnere napoletano Carlo De Feo, tenuto prigioniero per 395 giorni sulle montagne reggine.
Alle 21.00 del 6 febbraio 1985, mentre stava andando a bordo della propria autovettura presso la caserma della Compagnia Carabinieri di Bianco subì, in località Cucuzza di San Luca, un agguato ad opera di tre malviventi che, dopo aver bloccato il passaggio del mezzo, esplosero numerosi colpi di lupara ferendo mortalmente il militare e dileguandosi.
Il 5 giugno 1986, in occasione della Festa dell’Arma dei Carabinieri celebrata in Roma, il Presidente della Repubblica ha conferito alla memoria del Brigadiere Carmine Tripodi la “Medaglia d’Oro al Valor Militare” con la seguente motivazione:
“Comandante di Stazione distaccata, già distintosi in precedenti operazioni di servizio contro agguerrite cosche mafiose, conduceva prolungate, complesse e rischiose indagini che portavano all’arresto di numerosi temibili associati ad organizzazioni criminose, responsabili di gravissimi delitti. Fatto segno a colpi di fucile da parte di almeno tre malviventi, sebbene mortalmente ferito, trovava la forza di reagire al proditorio agguato riuscendo a colpirne uno, dileguatosi poi con i complici. Esempio di elette virtù militari e di dedizione al servizio spinto fino al sacrificio della vita.
San Luca, 6 Febbraio 1985.”