Il 10 Marzo, all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Crotone, sono state presentate le opere dell’orafo-scultore Antonio Affidato intitolata “Rara Avis – Olò ghiru tu Kròton”.
Alla conferenza tenutasi hanno partecipato: il Direttore del Museo Archeologico crotonese, Gregorio Aversa, il docente dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria e Torino Gabriele Romeo, nonché Presidente AICA Italia (Associazione Nazionale dei Critici d’Arte), in fine Francesco Cutieri, curatore della mostra, Archeologo e Docente presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma.
La mostra, che rimarrà esposta fino al 30 giugno, aveva già riscosso un graditissimo successo dalla Città di Reggio Calabria nell’occasione del 50° anniversario dei Bronzi di Riace. Antonio Affidato arricchisce questa seconda esposizione di nuove bellezze che riguardano i miti della Magna Grecia: Pitagora, Milone, Hera Lacinia, Alcmeone, Serse, Phayllos, Medusa, Eracle e Gea.
“Il mio rapporto con la scultura è sempre stato legato al mondo che mi ha segnato e accompagnato per tutta la vita, che è l’oreficeria. Le mie opere assieme a quella che è stata ed è ancora oggi la mia ricerca artistica, non sono altro che il connubio di questo mondo e di questa cultura. Le tecniche, i materiali e la lavorazione che adotto, sono sempre le stesse di quando lavoro un gioiello, cercando costantemente il connubio tra queste due forme d’arte – afferma Affidato – Mi sento figlio di una grande terra e di una grande storia e cerco, quindi, di raccontare e mostrare quelli che sono stati per me i personaggi, le divinità e le icone che hanno contraddistinto un popolo e un’epoca. La mia formazione e il mio retaggio culturale mi hanno portato ad avere una visione riguardo queste figure e questi personaggi. Quello che ho fatto è stato trasportare sulla materia quello che la mia mente mi ha sempre fatto vedere. Faccio questo, perché io sono questo“.
Gregorio Aversa ha ribadito che “Non è banale ricostruire le immagini del passato ma significa avere fatto uno studio di natura psicologica e storica per cercare di rappresentare quello che non si può rappresentare, perché non abbiamo fotografie di questi personaggi, per cui Antonio è riuscito a dare un’aura di sacro a questi personaggi”.
Anche l’organizzatore della mostra, Cuteri ha spiegato “Al titolo iniziale, che pur rimane, ho sentito l’esigenza, per la specifica contestualizzazione dell’esposizione, di aggiungere un sottotitolo in greco di Calabria: Olò ghiru tu Kròton, che significa “Tutt’intorno a Crotone” con l’idea di porre attenzione alla storia della città ma anche alla sua contestualizzazione nel Mediterraneo. Alle opere precedentemente esposte, comunque rivisitate, se ne aggiungono tre del tutto nuove, che permettono già di cogliere una certa evoluzione, nel sentire e nel fare, di Antonio Affidato. Le nove opere, che rappresentano in larga misura personaggi direttamente legati alla storia dell’antica città achea, sono il frutto degli studi e delle riflessioni del giovane artista crotonese e sono capaci di tramettere emozioni molto forti in quanto lasciano emergere i sentimenti che le animano. Quella di Affidato è una vera e propria sfida, un’assunzione di responsabilità. Non è mai facile, infatti, dare voce all’antico in una terra antica; e non è mai semplice attualizzare il passato. Ma rappresentando i suoi sentimenti, Antonio, con delicatezza e cura, ha saputo creare un equilibrio che scuote e che invita ad essere, al meglio, cittadini del domani”.
“La necesità di rileggere l’archeologia per mezzo dell’arte contemporanea – commenta il critico Gabriele Romeo – consente ad Affidato di farci riflettere sull’esigenza di riscoprire le recondite radici delle nostre madri, dei nostri padri, della nostra terra. Il “mito” ne è così ricontestualizzato, rompendo le ferite del silenzio, dell’isolamento, che qualsiasi statua spesso ha tra le vetrine nascoste di un museo”.