Le risorse naturali di cui disponiamo sono sempre più limitate, prime tra queste le risorse idriche. L’acqua, necessaria per l’agricoltura e allo stesso tempo sfruttata da essa, inizia a costituire un forte problema.
Ne parla Vincenzo Romano Spica, Direttore del laboratorio epidemiologi e biotecnologie dell’Università “Foro Italico” e Direttore Scientifico di Aquae che promuoverà, il 22 marzo, l’evento dedicato alla Gionata Mondiale dell’acqua insieme all’ONU.
A margine del convegno, tenutosi il 17 marzo, presso Palazzo Senatorio in piazza Campidoglio si è trattato dell’uso, a volte intensificato delle risorse idriche nell’agricoltura. Come dichiarato da Romano Spica: “Nell’incontro di oggi abbiamo affrontato il tema della risorsa idrica in agricoltura. Tema acuito dai cambiamenti climatici e che non riguarda solo i coltivatori, ma ciascuno di noi consumatori, la stessa sostenibilità ambientale e l’economia del Paese” – prosegue- “L’agricoltura rappresenta il settore principale per il consumo dell’acqua, che si inserisce in un punto critico tra la disponibilità della risorsa idrica e la filiera produttiva e alimentare, con implicazioni sulla sopravvivenza stessa e sulla salute delle prossime generazioni. I cambiamenti climatici, e non solo la siccità“.
Focalizzandosi, in seguito, sulle realtà prettamente rurali il Direttore chiede una maggiore integrazione delle nuove tecnologie che siano in grado si sfruttare al meglio ogni si gola goccia evitando gli sprechi: “La tradizione rurale -precisa- deve certo conciliarsi con la realtà globalizzata, con il progresso tecnologico e l’innovazione incessante, ma occorre un equilibrio affinché questo processo non venga subìto, piuttosto condiviso e accompagnato. La scienza offre strumenti per risparmiare l’irrigazione senza ridurre i raccolti, e conciliare le attività con energie rinnovabili. L’acqua è centrale in questo processo, è indispensabile alla crescita e fruttificazione delle piante, ma è anche la vittima predestinata d’ogni inquinamento, incluso fertilizzanti, pesticidi e diserbanti“.
Si rinnova, infine, un appello alla comunità di agricoltori: “Gli agricoltori e tutta la società devono partecipare attivamente a rinnovare le comunità di accesso all’acqua specie a livello locale, attraverso sinergie pubblico-privato, che tengano certo conto dei cambiamenti climatici e dell’innovazione, ma che anche guardino ad un autentico progresso culturale. Non c’è spazio per buonismi bucolici, occorre preparazione professionale. Auspichiamo dunque -conclude il Prof. Romano Spica- che proprio dagli agricoltori parta questo rinnovamento, che divengano i promotori di un processo che sappia gestire le sfide del III Millennio essendone parte attiva e non vittima illusa dai processi della globalizzazione. Questo convegno vuol essere un approfondimento che unisce mondi diversi: ricerca, imprenditoria, innovazione ( tecnologia intelligente), e le istituzioni che collaborano per dare soluzioni strategiche per l’utilizzo sostenibile della risorsa idrica per il futuro“.