“In data 15 marzo 2023, quattro genitori di un asilo pubblico dell’infanzia di Locri si sono recati ad accompagnare i loro bambini e, giunti davanti al cancello d’entrata del plesso con circa 7 – 12 minuti di ritardo rispetto all’orario d’ingresso, fissato per le ore 9, hanno suonato il campanello e nessuno ha risposto, ne tantomeno aperto per consentire l’ingresso dei piccolini, che nel frattempo sono stati investiti da una pioggia battente. Vista la mancata apertura, i genitori si sono recati presso la sede della direzione scolastica per interloquire con la dirigente, che non era in ufficio, e dunque si sono spostati presso i carabinieri della caserma locale, che però non hanno raccolto l’intento dei quattro di sporgere denuncia non ravvisando alcun reato”: è quanto dichiara il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, che ha raccolto le segnalazioni di due dei genitori protagonisti della vicenda.
“Mi sono premurato di telefonare alla dirigente scolastica – continua Marziale – che mi ha informato di possedere testimonianze su intemperanze verbali da parte di uno dei genitori segnalanti. Ho spiegato alla dirigente stessa nel corso del colloquio che il compito del Garante è di ricucire gli strappi tra famiglia e scuola nell’esclusivo interesse dei minori, tuttavia la stessa il giorno dopo ha emanato due comunicazioni con una summa di divieti che di fatto negano la possibilità di un sereno dialogo tra scuola e famiglia, se non formalmente”.
“Nonostante ciò – prosegue il Garante – ho convocato per oggi una audizione, al fine di trovare una soluzione allo scontro in atto, alla quale hanno aderito i genitori, ma non la dirigente, che ha motivato l’assenza per impegni professionali, però disponibile in videoconferenza per solo mezz’ora o addirittura in altra data dopo il 17 sempre e solo in videoconferenza, aggiungendo che ha provveduto a denunciare all’autorità giudiziaria un genitore”.
“Al cospetto di tale situazione – conclude il Garante – non è facile ricomporre una frattura in assenza di regole condivise e non perentoriamente dettate da una delle parti, la scuola. Mi riservo di inviare all’Ufficio Scolastico Regionale, per quanto di sua competenza, alcune deduzioni, partendo dal fatto che non è concepibile lasciare bimbi così piccoli fuori dalla scuola per qualche minuto di ritardo indipendente dalla loro volontà, compresa la mancanza di riguardo nei confronti dell’istituzione che rappresento, impegnata a sanare diatribe che dovrebbero essere ricomposte secondo i principi di “alleanza educativa” che la scuola si è data come obiettivo prioritario e che non possono filtrare da videoconferenze.