Dovevamo uscirne migliori, ne siamo usciti sicuramente diversi, fragili ed esasperati da una sensibilità esaltata dall’isolamento e dalla paura di una normalità smarrita e irrecuperabile: la pandemia e il lockdown ci hanno sfidato, come in una partita a poker, la puntata più “pesante” sul tavolo è stata la tenuta di un equilibrio interiore che non tutti sono stati in grande di mantenere. Con una ironia tagliente, la naturalezza di una partita tra amici che abbiamo visto scorrere davanti ai nostri occhi come se fossimo seduti a quel tavolo verde, la bravura di Francesco Passafaro, Stefano Perricelli, Michele Grillone, Roberto Malta e Francesca Guerra hanno regalato al pubblico del Teatro Comunale di Catanzaro uno spettacolo intenso, capace di declinare un argomento delicato, con molteplici sfumature e registri.
In scena ieri pomeriggio, un altro apprezzato appuntamento del cartellone del “Teatro incanto” che ci terrà compagnia fino al prossimo 28 maggio con una ricca stagione fatta di commedie musicali, di drammi, di storie molto particolari, “Poker Post Pandemia” non è stata una semplice commedia, ma l’ennesima riprova della crescita artistica e professionale della compagnia teatrale. Scritto e diretto da Francesco Passafaro, lo spettacolo ci ha raccontato come è cambiato il mondo dopo la pandemia: abbiamo avuto un carico di stress emotivo paragonabile solo a quello che i nostri nonni hanno affrontato durante la seconda guerra mondiale.
I protagonisti di questa nuova commedia si rivedono per giocare a poker dopo il periodo più strano della nostra storia: ognuno di loro è cambiato, ha fatto un percorso da solo o in compagnia, ma certamente non è più lo stesso. Esattamente come ognuno di noi. E ognuno di loro gioca a poker un po’ come nella vita vera: c’è chi bluffa, chi rischia, chi gioca in difesa, perché il poker all’italiana è una vera e propria metafora della vita e non si gioca a poker con le carte, ma con le persone. “Il poker non è un semplice gioco di carte”, dice Ivan- uno dei protagonisti assieme a Nicola, Riccardo, Sabrina e Diego – da come si gioca, si capisce molto del carattere delle persone che hai di fronte: una partita, quindi, che diventa una metafora della vita, di verità che meritano di essere edulcorate per non ferire la sensibilità di chi ci cammina al fianco, messa a dura prova dall’isolamento e dal senso di solitudine che hanno accentuato fragilità e paura. Una commedia, divertente e dal grande ritmo, che fa riflettere con il sorriso. Il prossimo appuntamento con il Teatro Incanto è domenica 7 maggio con l’approssimazione degli “Appiccicaticci”, per un gradito ritorno.