Lo Stretto protagonista con i suoi tesori, le sue speranze e la sua unicità. Una striscia di mare che abbraccia due città come Reggio Calabria e Messina e custodisce tesori materiali come i Bronzi e immateriali come la cultura e la sua umanità. Questo il filo conduttore che ha visto protagonista al Castello Aragonese di Reggio Calabria il Balenando in Burrasca Reading Festival con due appuntamenti pieni di emozioni e contenuti. Nel primo, con “Venuti dal mare”, Gaetano Tramontana e Alessio Laganà ci hanno raccontato storie e canzoni di quell’estate del 1981 in cui Reggio Calabria si apprestava a vivere un momento “storico”: l’arrivo dei due millenari guerrieri di Riace, giunti in città dopo una doppia sosta nelle città di Firenze e Roma. Un racconto che si intreccia con la storia di un giovane di 15 anni e che come tutte le storie è ricco di luci e di ombre che si inseguono tra ironia e malinconia.
Nella seconda giornata, un momento di grande letteratura che ha visto una notevole partecipazione di pubblico, con una sala museale del Castello gremita. Protagoniste Nadia Terranova e Anna Mallamo, una scrittrice e una giornalista cittadine dello Stretto che hanno saputo creare un ponte virtuale tra Reggio e Messina abbracciando cultura, umanità e letteratura. «Nadia Terranova per me è come Omero», ha detto Anna Mallamo nel presentare la scrittrice: “Ci porta attraverso la Stretto e ce lo fa raccontare. E lo Stretto è anche ambientazione dei suoi romanzi, in particolare l’ultimo, Trema la notte, che ha Reggio Calabria come scenario in cui si intrecciano le storie di due sopravvissuti al terremoto del 1908. Ho letto i suoi romanzi da abitante dello Stretto, non mi sento di dover dire più da messinese adottiva o da reggina, abito questo luogo così importante per quello che Nadia scrive e questo romanzo mi ha emozionato particolarmente”.
E proprio la Terranova racconta: «Ho dedicato un libro proprio ad Anna, che nella sua vita incarna Scilla e Cariddi insieme; nella sua e nostra appartenenza lei incarna questo doppio sguardo. Quando scrivevo “Trema la notte” cercavo ogni scusa per venire qui sul lungomare, questo libro non lo avrei potuto scrivere altrimenti. Per me lo Stretto è come una galassia per uno scrittore di fantascienza, non credo che ci sarà mai un momento in cui smetterà mai di dirmi qualcosa».
Un incontro pieno di spunti che ha stimolato le curiosità e l’interazione con i presenti in un luogo altrettanto unico come il Castello Aragonese. Nadia Terranova a Reggio Calabria ha parlato di letteratura ma anche di umanità: “Sono balenata in burrasca anche io», suggerisce parafrasando il nome del festival che l’ha accolta con tanto entusiasmo. “Ogni volta che si abita questo territorio lo si riscrive in maniera diversa. Io oggi qui con voi ho scritto un‘altra pagina dello Stretto in una direzione e in un senso che non avevo ancora esplorato e davvero attraverso queste due parole, le balene e le burrasche, mi sono sentita dentro questo mare e queste due sponde in un modo nuovo”.
A margine dell’incontro l’occasione per saperne di più su come nascono i suoi personaggi: “Non voglio mettermi nei panni della scrittrice che parla in maniera astratta di ispirazione. Mi piace parlare più di visioni, a volte di allucinazioni. Ho imparato a fidarmi delle mie visioni ed è un processo però che si deve ogni volta rinnovare perché questi personaggi non li copio dalla realtà, qualche volta emergono dalla realtà a volte forse vengono da parti nascoste di me ma a un certo punto mi visitano. Insistono per essere raccontati e io oppongo una resistenza notevole perché raccontare i fantasmi fa male. Dopo un po’ di tempo, quando sono diventati pagina e i lettori li hanno fatti loro, si comincia ad avere uno sguardo più razionale però il tempo che precede la scrittura è un tempo di lotta tra questi personaggi che cercano di essere raccontati e io che fuggo e che cerco sponde più sicure”. Le stesse sponde che regala anche ai ragazzi con i suoi libri: “La domanda che mi faccio quando scrivo è: tra queste pagine, che possono essere anche di disperazione e di perdita, dov’è il momento del conforto? Per i ragazzi me lo chiedo in maniera più importante perché penso che a loro si debba raccontare tutto, anche gli aspetti più dolorosi, però dentro ogni libro sto attenta che ci sia sempre una via d’uscita strategica al problema”.