Dopo qualche settimana di attesa per la nomina del mio successore, mi accingo a lasciare la posizione di Amministratore Unico del Porto delle Grazie. Come ogni altra volta che ho terminato un incarico, lo faccio con la serenità di chi ha compiuto tutto ciò che doveva, per fare del suo meglio. Con la soddisfazione di aver fatto raggiungere alla Società traguardi mai visti prima: +60% contratti, +40% saturazione, +35% fatturato, 250 giorni filati di tutto esaurito (mai un giorno prima). Record storici di presenze, contratti, fatturato, ricavi e investimenti. Tutti gli impianti del porto rimessi a nuovo. Realizzate infrastrutture che non esistevano. E poi una nuova piazza dal nulla, con attività ed eventi come mai. Veicoli e computer nuovi. Locali e superfici riqualificati. La vecchia draga arrugginita rimessa a lucido. La prima potatura e messa in sicurezza delle pinete.
La creazione di un parco giochi per bambini e di un’area fitness. Piantate centinaia di essenze. Soprattutto, risolti tutti i problemi ereditati dal passato. Meno uno: il cantiere, ormai destinato ad accogliere i migranti. Abbiamo fatto tutto il possibile e, forse, anche l’impossibile. O così almeno sembrava. È così che mi torna in mente quando, all’epoca, per tanti motivi, non volevo accettare la proposta fattami. Per uno che era cresciuto altrove e, professionalmente, anche all’estero, sembrava un controsenso. E, invece, senso ne ha avuto, eccome. Non solo il richiamo della foresta, ma un servizio a un territorio e una comunità che meritano molto di più. Una sfida ai pregiudizi e alla rassegnazione, che tanto nulla cambia. Così, avutane l’opportunità e disegnando il porto come una piccola città intelligente affacciata sull’acqua, un paesino di seimila abitanti ha conquistato la vetta di una graduatoria nazionale e dodici milioni di euro.
Così come il porto è divenuto il luogo dove immaginare un ecosistema di innovazione per l’economia blu, qualificandosi per un intervento PNRR di ventisette milioni di euro. E, così, pure tutti i risultati che ho detto. Frutto di un grande lavoro di squadra, giorno per giorno. A tutti i dipendenti del porto, quindi, vanno i miei più sinceri ringraziamenti e i miei più convinti complimenti. Avete letteralmente stracciato ogni possibile primato (altro che consolidato). E non solo: lo avete fatto negli anni più difficili di sempre. Chapeau, insomma! Avete di che essere orgogliosi e camminare a testa alta. Testa che nessuno deve farvi abbassare, continuando a lavorare nell’esclusivo interesse dell’azienda e della comunità. E trattando tutti alla pari, come abbiamo fatto in questi anni. Infine, faccio i migliori auguri al mio successore, Vasco De Cet, che personalmente non conosco, ma al quale lascio una società molto più sana, più forte e più ricca, sotto ogni punto di vista: organizzativo, commerciale e finanziario. Oltre che un porto più bello e più vivo che mai.