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37° compleanno del Centro Calabrese di solidarietà

Presso il Teatro Comunale di Catanzaro, tutta la comunità del luogo, insieme alle istituzioni, si è riunita alla presenza di Monsignor Battaglia e Monsignor Maniago

di Giovanna Triolo

Grande “riunione di famiglia” per i festeggiamenti del 37° compleanno del “Centro Calabrese di solidarietà”. Presso il Teatro Comunale di Catanzaro, tutta la comunità del luogo, insieme alle istituzioni, si è riunita alla presenza di Monsignor Battaglia e Monsignor Maniago.

Il Centro Calabrese di solidarietà è storie, volti, speranze. Io nel Centro Calabrese ho imparato il senso della speranza, accogliendo, ascoltando, camminando assieme a questi volti e soprattutto riconoscendone la bellezza, facendo mia la loro storia, che è una storia che ha cambiato la mia vita”. Queste le parole dell’Arcivescovo di Napoli, Mons. Battaglia, conosciuto nella città di Catanzaro come Don Mimmo. Presente anche il sindaco, Nicola Fiorita, da sempre sostenitore del Centro, legato a filo doppio con un legame emotivo e affettivo.

“Come spiegate e cosa pensate della frase scritta sui muri di Auschwitz “Se Dio esiste dovrà chiedermi scusa”? Perché avete scelto di diventare rappresentanti della Chiesa, nonostante le atrocità del passato ma anche quelle del presente?  Come vi sentite quando si scoprono casi di pedofilia”, sono solo alcune delle domande poste da Antonio, Gabriele, Giulia, Giuseppe e Alessandro a cui Maniago e Battaglia non si sono sottratti, anzi: hanno rilanciato raccontando e spiegato le ragioni di una fede che esce dalle sagrestie e solo allora diventa credibile, rimarca l’arcivescovo di Napoli, mentre Maniago sottolinea che “la chiesa siamo tutti noi”. L’importante è “non lasciarsi prendere da giudizi e pregiudizi per non perdere mai il senso della bellezza dell’incontro con l’altro”, ha detto ancora Battaglia.

Tra i momenti più forti,  la videochiamata di Marco, ex ospite del centro, per don Mimmo. La sua testimonianza, a distanza, a causa di un problema di salute, è riuscita a trasmettere tutta la forza e il calore dell’esperienza vissuta con don Mimmo e con gli operatori: un bagaglio di umanità che gli ha permesso di rimettersi in cammino con una nuova consapevolezza.

La presidente Isolina Mantelli: “Un compleanno importante: 37 anni sono tanti, ma nello stesso tempo possiamo dire che il Centro è giovane perché è fatto da persone appassionate. Operatori e volontari che insieme costruiscono ogni giorno nuove frontiere e nuove risposte a fragilità emergenti e lo facciamo senza giudizi, ma solo con la voglia di far vincere il bene e di prestare attenzione all’altro. Per questa serata di festa abbiamo scelto il titolo “Stare al centro” perché ci sembrava carino l’ossimoro che si crea se si pensa che il Centro calabrese di solidarietà occupa, e vuole occupare, le periferie: la presenza di questa sera dimostra che non siamo un’oasi, ma siamo al centro dell’attenzione, dell’amore, del cuore della città. Questa è l’occasione in cui chiediamo di aiutarci per aiutare: le risorse che ci giungono non sono sempre sufficienti a coprire la mole enorme di attività che svolgiamo affiancando le povertà”.

L’Arcivescovo di Catanzaro-squillace, Claudio Maniago: “Credo che ci sia tanto ‘bene’ in questa città solo che rimane sommerso, è difficile che venga fuori, è tenuto un po’ troppo nascosto. Questa è la punta di un iceberg: è una cosa bella importante, vale la pena festeggiarne il compleanno perché può cambiare la logica della società civile. Ѐ la logica che anima il Centro Calabrese di Solidarietà: l’attenzione ai più fragile, ai più deboli. Una società che sa esprimere nei fatti, e non solo a parole, attenzione e cura, quella società può crescere, può davvero sperare in un futuro migliore. Il Centro Calabrese è un presidio importante. Rispetto alle esigenze è una piccola risposta, ma è una grande risposta se la prendiamo come il segno di una logica diversa, un modo nuovo di pensare le cose e i rapporti con le persone, e quello che deve vivere se vuole essere realmente una società civile”.

 

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