Nel 2024 “ci sarà l’apertura cantieri” del Ponte sullo Stretto. Lo ha ribadito il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, replicando in Senato al termine della discussione generale sul decreto Ponte. “Sotto il Ponte le navi ci passeranno, i 65 metri di altezza permettono il passaggio”, ha chiarito il ministro, e il “Comitato tecnico-scientifico sarà composto dai piu’ grandi esperti internazionali” per realizzare “la piu’ grande opera pubblica a mondo”, il “giù grande ponte a campata unica” che “sara’ l’orgoglio dell’Italia nel mondo”. “In Sicilia e Calabria tra 2026 e 2032 arriveranno a compimento molte opere – ha spiegato Salvini – stiamo componendo un puzzle che renderà Italia giù moderna, giù veloce, e giù sicura. E il ponte è un tassello. In 7 mesi miracoli non se ne fanno, ma la cosa e’ talmente appassionante e sfidante. E’ una grande giornata per tutto Paese. Sarà un’opera facile? No, non sarà facile. Se ne discute da secoli ma penso che gli italiani ci chiedano di essere concreti e veloci“. L’avvio dell’opera, ha detto ancora, “e’ il coronamento di un sogno”. “Mi occupo di manutenzione quotidiana piccola e grande – ha rivendicato il vicepremier leghista – ma se torniamo a pensare in grande, l’Italia tornerà ad avere il posto che le spetta. Grazie anche al contributo di chi ha criticato perché può essere utile, basta che sia non pregiudiziale o ideologico”. (AGI)
“A chi ci dice che facciamo il ponte quando manca tutto il resto, dico che noi ragioniamo di insieme: facciamo il ponte che dà un senso a tutto il resto, perché se sto spendendo 11 miliardi per arrivare in treno più velocemente da Palermo a Messina e altri 11 miliardi per arrivare più velocemente da Salerno a Reggio Calabria e poi mi fermo, smonto il treno, lo metto sul traghetto, inquino, arrivo dall’altra parte, rimonto il treno e riparto e perdo due ore, non ha senso quello che stiamo facendo”. L’ha detto il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini intervenendo in Aula sul decreto sul ponte sullo Stretto. Poi riferendosi agli investimenti, citati poco prima, dei 28 miliardi di investimenti infrastrutturali messi in cantiere o che saranno cantierati in Sicilia e altrettanti in Calabria, ha aggiunto: “Senza tutti questi 28 più 28 miliardi, è vero, il ponte da solo non serviva. Confermo. L’unicum lì in mezzo, senza strade, metropolitane e ferrovie non serviva. Ma finalmente si muove tutto il resto, perché fare tutto il resto per arrivare velocemente e poi fermarsi a Villa San Giovanni o a Messina non ha senso”. (ANSA).